Dott
Ackerman, perchè molti scienziati si sono apparentemente barricati nelle
loro teorie "tradizionaliste", quasi come se fosse una sorta di
religione, a proposito del nostro sistema solare? Perchè tendono a non
voler ascoltare nuove idee e teorie?
Il
problema di come la scienza planetaria è diventato così dogmatica è
complesso. Tutto ha avuto inizio con la resistenza iniziale di Harold Shapely
ed alcuni giovani astronomi al quanto ambiziosi (riferito a quel tempo)
che, volendo compiacere scienziati come Carl Sagan e Gaspotchin,
attaccarono duramente il libro Mondi in Collisione di Immanuel Velikovsky.
Avevano
agitato l'intera Comunità in modo molto discutibile (viziosamente afferma
Ackerman n.d.t.) per attacare Velikovsky e dichiararono che chiunque
avesse mostrato qualche interesse nel suo lavoro non sarebbe stato
tollerato dalla Comunità scientifica. Fu quel momento che
contrassegnò la nascita della scienza planetaria.
In
quel periodo le
università cominciarono a formare i primi reparti della scienza
planetaria ma, dal momento che non c'erano ancora scienziati planetari, la
prima generazione fu costituita da ricercatori quali geologi e geofisici.
Il problema era che essi, nel dare vita alla planetologia, portarono con
sè un certo gradualismo tipico di questi soggetti; portarono con sè
preconcetti quali ad esempio "le montagne si sono sviluppate sopra
milioni di anni, come il risultato di piccoli effetti dovuto ai terremoti"
(concetto tipicamente evoluzionistico, n.d.t.).
La
mentalità, nata dalla combinazione dell'attacco contro Velikovsky e del
gradualismo degli scienziati di allora, è stata insegnata ad ogni
studente, che non ha avuto quindi la possibilità di offrire una teoria
alternativa da presentare come tesi per laurearsi.
Anche
dopo la graduazione, una tale deviazione dalle ipotesi stabilite (e ormai
ben radicate) è stata ostruita dal 'peer review', un sistema che
impedirebbe la pubblicazione di qualsiasi idea nelle pubblicazioni
scientifiche, e possibilmente nella perdita, o eliminazione, dei lavori.
Un'idea alternata era presente dall'istituzione della scienza planetaria,
sotto forma di l'interpretazione di Velikovsky' della mitologia antica, ma
nessuno volle dare seguito alla relativa conclusione logica offerta dal
ricercatore russo.
Così
ho
preso la sua idea di base, ossia che l'intero insieme dei miti più
antichi di tutte le colture umane permetteva di descrivere l'incontro
cosmico tra la Terra, nei periodi preistorici, con altri corpi celesti del
sistema solare. Ho portato avanti gli studi dei miti più antichi,
specialmente i racconti del periodo dei Veda, che Velikovsky ha trascurato
generalmente.
Questa
fu la
fonte primaria a partire dalla quale ho potuto raccogliere molti altri
particolari e correggere e raffinare le congetture errate di Velikovsky,
quale ad esempio la data della nascita del proto-Venus (Venere). Ciò,
unito con il mio addestramento nella fisica e la grande quantità di dati
restituiti dalle sonde spaziali nelle decadi recenti, ha ulteriormente
migliorato e rinforzato il paradigma di Velikovsky/Ackerman.
Anche
se quattro dei miei documenti sono stati presentati alle riunioni
scientifiche, nessuno di questi è stato accettato per la pubblicazione
nelle pubblicazioni scientifiche. Uno vorrebbe credere che la scienza
fosse aperta alle nuove idee, se ci fosse una buona spiegazione razionale,
ma quello non è ancora il caso. Gli scienziati (geologi, geofisici,
planetologi.....) ora hanno speso le loro carriere, scritto migliaia di
testi e altra documentazione, hanno ricevuto ingenti quantità di
finanziamenti in soldi, spesi per le loro teorie... Risulta quasi
impossibile che vogliano riconsiderare le loro ipotesi, anche se
potrebbero essere basilarmente errate e poggianti su presupposti
discutibili. Non desiderano sentirsi diversamente, anche se è più
logico.
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Il commento di
Pianeta Marte.net
Questa non vuole
essere una accusa ingiustificata verso quanti, da poco o da tanto, si dedicano alla
ricerca scientifica. La cosa migliore è quella di restare
"aperti", non
divenendo eccessivamente pragmatici e indisposti ad ascoltare nuove idee. Certamente è comprensibile che
alcuni,
dovendo svolgere lavori di ricerca per conto terzi, a volte
potranno essere indotti a "tirare l'acqua al proprio mulino".
In realtà questa attitudine è al quanto diffusa anche nel mondo
"eterodosso" e nel cosiddetto "dissenso scientifico". Quindi
non è giusto dire che "gli scienziati siano corrotti" solo
perchè non accettano tesi diverse dalle nostre.
Dissentire e polemizzare a tutto spiano, oppure, dall'altra parte,
stigmatizzare e creare "dogmi scientifici" non farà che alimentare
sfiducia generale e danneggiare la Collettività.
Nel
caso qui esaminato abbiamo l'esempio
delle scienze astronomiche ed in particolare alla planetologia. La
tesi oggi largamente accreditata afferma che il Sistema Solare abbia circa 4,5 miliardi di anni, nato dalla
sedimentazioni di gas e polveri nebulari varie. Ma quanto sono sufficienti
le prove a favore di tale ipotesi? E che
dire se la stessa documentazione, risultante dalle osservazioni,
potrebbe mostrare un quadro un po' diverso? Cosa ci prospettano
le scoperte fatte grazie alle ultime esplorazioni spaziali? Quali
modifiche potrebbero subire le nostre attuali conoscenze del
Sistema Solare?
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