Sicuramente qualcuno penserà
che potremmo trovarci di fronte all'ennesima favola inventata dai
sostenitori della cosiddetta "Eso-Archeologia", diciamo pure l'ennesima
"visione da quattro soldi" tanto per far notizia o per lanciare un nuovo
"prodotto editoriale"... Poco importa (forse); dopotutto, in quanto esseri
liberi (in senso relativo naturalmente), nessuno può impedirci di pensare
ciò che ci pare sia nel bene che nel male.
Per rendere chiaro lo scopo
di questo articolo rammentiamo che in data 2 dicembre 2006 si è tenuta a San
Severo (Foggia) la prima Conferenza di Eso-Archeologia patrocinata dall'Archeoclub d'Italia
(sezione di San Severo) e da Ennio Piccaluga (quale titolare di un'azienda informatica
locale). Durante la sessione è stato reso pubblico il risultato di uno studio
compiuto dal dr. Patsy Nicolas Di Falco (tra l'altro allievo di Umberto Eco)
riguardante
una strana conformazione del suolo marziano il cui aspetto è simile ad una
scrittura che si usava sulla Terra migliaia di anni fa.
Di seguito riporteremo
testualmente
quanto l'Ing. Ennio Piccaluga (autore del tanto discusso libro "Ossimoro
Marte") ci ha fatto tempestivamente pervenire, fermo restando che
potrete reperire altre informazioni nel suo sito,
www.elleepi.com/mars nonchè in
www.angelsofmars.it, sito curato da Davide Toscani. Ribadiamo
che, trattandosi di un'anticipazione
di prossima uscita sulla rivista Area 51 (n. 17, febbraio), vi
proponiamo l'anteprima esattamente come da comunicato:
"Decodificata
una scritta marziana: Nei primi giorni di Dicembre 2005 il TG di una
nota rete nazionale riportava la notizia di un esperto di scritture antiche
interpellato dalla NASA per tentare di decifrare, sul suolo marziano, una
scritta con ideogrammi assimilabili a quelli di antiche civiltà terrestri.
Come è prassi di alcuni nostri notiziari, il comunicato non ha avuto
seguito, lasciando l’amaro in bocca a quanti seguono con passione questi
argomenti. Sono riusciti alla NASA ad operare la traduzione? Non abbiamo
motivo di dubitarne anche se, sicuramente, non ce ne terranno informati. Ma
questa volta è andata male ai debunkers: la possibile scritta (Fig. 1),
individuata dall’ing. Piccaluga ingrandendo alcune foto ad altissima
risoluzione dell’ESA e della NASA, è stata riportata come particolare
inedito a pag 173 del suo recente libro Ossimoro Marte."
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Figura 1 |
Figura 2 |
Figura 3 |
"Dopo mesi
di ricerche, Patsy Nicolas di Falco, semiologo di origine americana
e collaboratore dell’ing. Piccaluga, confrontando migliaia di grafemi (Fig.
2, 3) di molte antiche scritture, è riuscito a risalire alla lingua
relativa agli ideogrammi e ad operare una tanto complessa quanto attendibile
traduzione.
Di Falco,
con studi maturati in molti viaggi avventurosi nell’India più nascosta, è
uno dei rari esperti e traduttori di Sanscrito. Tutti i caratteri della
scritta sono stati decodificati e riconosciuti come appartenenti ad una
lingua di circa 5000 anni fa adoperata nella valle dell’Indo e di probabile
derivazione sumera. Il senso della scritta, assolutamente straordinario, è
sconcertante ed attesta ulteriormente, è il caso di dirlo, nero su bianco,
l’artificialità del sito su cui è ubicata.
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Figura 4 |
Figura 5 |
Figura 6 |
In un
articolo complesso e di possibile notevole impatto che sarà pubblicato sul
N. 17 della rivista di Hera Edizioni “Area51” (Fig. 4 e 5), l’ing.
Ennio Piccaluga (Fig. 9) presenterà il risultato di mesi di studi che
convergono verso l’ipotesi, ormai ben supportata da prove consistenti, che
una stessa civiltà, nel 5000 a.C., abbia frequentato contemporaneamente lidi
terrestri e marziani. Il sumerologo Zecharia Sitchin, nei sui tanti libri di
successo, aveva in più riprese accennato a questa eventualità, con
cognizioni tratte dalla traduzione di antiche tavolette sumere, ma finora
non c’era nient’altro a convalidare questa possibilità e non erano in pochi
a ritenere le traduzioni di Sitchin troppo fantasiose.
L’articolo
sarà supportato, oltre che dalla traduzione di Patsy di Falco (Fig. 7),
dallo storico e sumerologo Roberto Boncristiano (Fig. 6), autore, fra
l’altro, della postfazione al libro Ossimoro Marte, da mesi tra i più
richiesti, secondo la classifica stilata dal distributore-editore
Macrolibrarsi. Il N. 17 di Area51 sarà in edicola verso il 10
Febbraio e, vista la notevole portata del prevedibile scoop, sarà bene
prenotarlo perché potrebbe diventare rapidamente irreperibile.
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Figura 7 |
Figura 8 |
Figura 9 |
Nella Figura 8, da
sinistra: Patsy Nicolas di Falco, Armando Gravina, Ennio Piccaluga, Roberto
Boncristiano durante la Conferenza di Eso-Archeologia tenutasi lo scorso 2
dicembre 2006.
Nota finale di Pianeta Marte.net: comprensibilmente
la faccenda susciterà le solite polemiche e dibattiti che, di per sè,
possono essere ben accettabili. Inutile dire che, se veramente quella
conformazione del suolo sarà chiaramente identificata come "scrittura",
le conseguenze riguarderanno di certo il nostro intendimento complessivo
della Storia. Ma di sconvolgimento dell'intendimento storico ne abbiamo già
parlato anche in occasione dell'intervista al Prof. Boncristiamo.
L'immagine in questione è,
come detto dallo stesso Piccaluga, il risultato delle riprese operate dalle
sonde Mars Express e Mars Global Surveyor nella zona di Juventae Chasma,
precisamente in Lunae Planum. E poichè non c'è nulla di segreto, misterioso
e tanto meno inventato, per buona pace dei "non credenti", ciascuno potrà
approfondire l'argomento traendo infine le proprie conclusioni.
Restano aperte ben altre
questioni legate a questa conformazione del suolo: le possibili
interazioni con elementi atmosferici e minerali tali da averne prodotto
modificazioni importanti nel corso del tempo, oppure quale potrebbe essere l'età
della "scritta" (ammesso che lo sia davvero). Inoltre, pur
accreditando l'ipotesi di qualche intervento intelligente, ci sorgono
ulteriori e legittime domande. Per esempio, come sarebbe stata realizzata la
"scritta": scavando e facendo emergere materiale sottostante oppure in altro
modo? Con che fonte energetica sarebbe stata realizzata: elettrica,
elettromagnetica, termica, nucleare o di che altro tipo? Sarebbero stati
impiegati dei macchinari al suolo o in volo? E infine, ultimo ma non meno
importante, possiamo oggi rinvenire i segni tangibili di questi ipotetici
interventi? In teoria si dovrebbero individuare i residui di (tanto per
chiarire il concetto) bruciature, tracce radioattive, accumuli di materiale
magnetizzato o altro...
Ecco perchè è un po' difficile al momento pronunciarsi in modo categorico
"a favore" o "contro": qualche dubbio ed incertezza probabilmente resteranno
a lungo, ma siamo certi che avremo, nel corso del tempo avvenire, sufficienti elementi per
comporre un quadro
coerente dell'intera faccenda. Solo due saranno le possibili soluzioni: 1)
si tratta di una scritta incisa nel suolo marziano; 2) è solo una curiosa
conformazione del suolo marziano.
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