MARS
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Immagine: Credits
NASA. Elaborazione: Credits Lunexit.it |
Ancora una volta diamo la
parola ai Colleghi di Lunar Explorer Italia. Questo documento merita
altrettanta considerazione e rispetto, al di là delle possibili prese di
posizione "a favore" o "contro" i cosiddetti "cieli azzurri di Marte".
Eventuali nostri commenti li aggiungeremo al termine della trattazione,
così da evitare indebite "intrusioni" sullo svolgimento del materiale.
Inseriremo solo segni di numerazione che rimanderanno al nostro commento
al fondo.
Il commento di
Lunar Explorer Italia:
Qualche parola per spiegare il
senso del "Real Mars in Real Colors": come sapete, non c'è Studioso o
Appassionato della Materia che non abbia detto la sua, su questa (solo in
apparenza oziosa) querelle, nata - come quasi tutte le querelles in questo
campo - da un comportamento anomalo della NASA la quale, dopo il Mars
Landing della Sonda Viking Lander 1 (20 Luglio '76), ebbe la curiosa idea
di rilasciare al Pubblico svariate immagini Marziane le quali però erano
"troppo terrestri" per poter essere accolte con misura e tranquillità.
Il Marte visto dal Viking Lander 1, infatti, ci mostrava un cielo di color
celeste chiaro verso l'orizzonte e che andava via-via scurendosi (sino a
diventare quasi nero allo Zenith) a mano a mano che si alzava lo sguardo
(un effetto, questo, causato dalla tenuità dell'atmosfera Marziana).
Il suolo appariva color marroncino-rossiccio, con chiazzature di altri
colori.
"E questo sarebbe il Pianeta Rosso?!?", tuonò l'Opinione Pubblica, "che ne
è stato del Pianeta Rosso? Ridateci il Pianeta Rosso!!!".
Detto e fatto: nel volgere di soltanto 36 ore, le immagini Viking "in
colori naturali" (oggi quasi introvabili) che ci mostravano il "vero"
Marte (ossìa quello che, con buona approssimazione, vedremmo con i nostri
occhi se fossimo lassù), sparirono dalla circolazione e vennero
soppiantate da quelle che conoscete: il suolo è diventato rosso vivo ed
arancione (a volte) o giallastro e verde (altre volte); il cielo, invece,
va dal giallo (o "butter-scotch", a volte) all'arancio (altre volte) e
sino al verdastro scuro (altre volte ancora). Ma non mancano - va detto
per onestà di cronaca - immagini in cui il cielo di Marte appare rosa, o
blu scuro, o - semplicemente - grigio.
In questo (assurdamente caotico) scenario, come ovvio, ogni Scienziato ed
ogni Ricercatore si è sentito in diritto/dovere
di dire la propria e,
come ovvio, di mostrare la propria visione di Marte al Mondo.
Qual'è il "vero volto" di Marte, quindi?
Quello che ci mostra la NASA, con tutti i suoi sbalzi cromatici
schizofrenici ed inspiegabili, o quello che la maggior parte dei
Ricercatori Moderati ci propongono, e che vuole il Pianeta Rosso assai
poco rosso e più orientato verso le tinte fredde per quanto attiene il
cielo (e diciamo che si va dal celeste pallido al blu intenso), mentre la
superficie viene ritenuta - a seconda della Regione considerata - di
colorazione in prevalenza marroncina, con variazioni gialle ed arancioni
nelle aree più polverose e con tendenze al grigio ed azzurro nelle zone
prossime ai Poli?
Ebbene, la nostra idea è che non si può optare per una delle due teorie
"così, a simpatia", poichè, con ogni probabilità, sono entrambe (in parte)
sbagliate. Per arrivare ad una (almeno sommaria) definizione del problema,
a nostro avviso occorre operare una serie di assunzioni e quindi regolarsi
di conseguenza. L'atmosfera di Marte, ad esempio, è certamente sottile e
rarefatta, ma non tanto quanto la NASA ci dice e tenta di dimostrare. Essa
potrebbe essere abbastanza densa da provocare una (certo non eclatante)
diffusione della luce del Sole e quindi produrre un Rayleigh-effect in
tono minore. Ed a proposito del Sole, non dimentichiamo che esso, dalla
superficie di Marte, ci apparirebbe di circa 2/3 più piccolo (in termini
di diametro apparente) rispetto a come lo vediamo dalla Terra.
La distanza media Sole-Marte la conoscete (è di circa 230 MKM): come non
ipotizzare, nella costruzione del nostro "colore vero" di Marte,
l'esistenza di una luminosità dell'aria largamente inferiore a quella che
esiste sulla Terra?
E che dire poi della famigerata Opacità
Atmosferica (O.A.)?
Quanto può influire questa O.A. NON SOLO sulla diffusione della luce
solare in arrivo - in primis - ma anche in termini di abbattimento della
stessa (e quindi di abbattimento della luminosità media dell'ambiente
Marziano superficiale)?
In altre parole: se l'atmosfera di Marte è realmente ricca di polveri
(ferrose?) sottilissime in sospensione, come ignorare il fatto che esse
non solo esercitano un effetto "filtro" sulla luce solare (simile a quello
che accade sulla Terra nelle giornate di nebbia intensa, ma posizionata ad
alcune decine di metri dal suolo), ma anche la riducono sensibilmente? E
non è tutto: noi sappiamo, infatti, che l'O.A. non è costante (essa è
funzione di svariate variabili, fra cui evidenziamo la presenza ed
intensità di venti) e quindi, a logica, dobbiamo anche supporre che questi
effetti cambino sia la loro misura, sia la loro incidenza sull'ambiente
nell'arco del giorno marziano.
Inutile dire che potremmo andare avanti elencando altre "n" variabili da
tenere in considerazione, ma non è questa la sede.
Qui, in questa Nuova Sezione di Lunar Explorer Italia, noi vogliamo solo
ricordare e ricordarVi che le due posizioni maggiori esistenti su questo
spinoso argomento, poggiano entrambe su presupposti non diciamo errati
ma...incompleti.
Noi riteniamo che le caratteristiche cromatiche di Marte, per come lo
vedrebbe un occhio umano, condividono entrambe le "nature estreme" che, su
questo tema, si stanno fronteggiando da decenni. Marte, forse, non è il
Pianeta Rosso dell'Immaginario Collettivo, ma resta un dato di fatto (e
basta prendere un telescopio ed osservarlo per rendersene conto): esso è,
in larga prevalenza, color arancio vivo. Come ignorare questo dato
(visibile a TUTTI ed in TEMPO REALE!) nella ricostruzione dei colori
"veri" dell'ambiente Marziano?
Ed un altro dato (realmente) inconfutabile è che Marte è - mediamente - 3
volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra: come ignorare questo
elemento allorchè si cerca di stabilire il "quantum" di luce che lo
investe durante ogni Sol e che rende il suo ambiente, diremmo quasi
ovviamente, di (almeno) due terzi meno luminoso dell'ambiente terrestre?
(1)
L'atmosfera Marziana, poi, è (come si diceva) sicuramente NON tanto
sottile quanto la NASA sponsorizza ma, altrettanto sicuramente, ci
troviamo in un ambiente ad atmosfera rarefatta: come si può pensare che la
diffusione dei raggi solari porti a risultati analoghi - o largamente
affini - allorchè essa, sulla Terra, agisce attraverso un'atmosfera ricca
e densa mentre su Marte la "densità atmosferica" è, indubitabilmente, di
gran lunga inferiore? Fisicamente, siamo d'accordo, la meccanica della
diffusione è analoga; ma in termini di "risultato visivo finale", come si
fa a dire con certezza che il Rayleigh Scattering - il quale sulla Terra
produce un cielo azzurro -, su Marte produce (anzi: produrrebbe) lo stesso
identico effetto?
(2)
Se il punto nodale del Rayleigh Scattering è nel fatto
che la lunghezza d'onda che noi percepiamo come "luce blu" viene diffusa a
causa della nostra atmosfera, e se appare acquisito che l'atmosfera di
Marte è, a partire dalla composizione, passando dallo spessore e per
giungere infine alla densità, radicalmente diversa, su che basi allora
diciamo CON CERTEZZA che l'effetto finale (ergo il risultato VISIVO
finale) deve essere lo stesso?
(3)
Facciamo uno sforzo e diciamo...Forse!
Tutto ciò premesso, noi abbiamo inventato un
piccolo programma il quale, date "x" premesse (ora, temperatura, vento,
O.A., stagione, posizione orbitale di Marte rispetto al Sole etc.) ed "y"
variabili, partendo da un frame in b/n, ci porta a "colorarlo".
Ma attenzione: non si tratta di una colorazione casuale! Si tratta di
colori che, ragionevolmente ed IN ACCORDO alle nostre premesse e
variabili, dovrebbero caratterizzare l'ambiente Marziano a diverse ore del
giorno.
Cambiando le premesse e/od alterando le variabili (o modificando sia "x" e
sia "y"), i risultati, come vedrete, cambieranno di conseguenza (e spesso
radicalmente). (4)
Ma allora, penserete, i colori che si vedono in questi paesaggi, che
colori sono? Sono forse colori "veri", o "falsi", o "approssimativamente
veri" o "approssimativamente falsi"? Beh, questo - ovviamente - non lo sa
ancora nessun uomo, ma noi, come potrete constatare, ci siamo divertiti a
creare un Modello che, forse, non sarà corretto al 100%, ma che (se non
altro) è razionale e costruito su premesse logiche.
Curato dal dr. Paolo C. Fienga
(Copyright Lunexit.it)
Note
di Pianeta Marte.net:
(1)
La differenza che intercorre nella distanza della Terra e di Marte
rispetto al Sole è in media di circa 78 milioni di km. Ovvero: distanza
media di Marte dal Sole = 228 milioni di Km; distanza media della Terra
dal Sole = 150 milioni di Km. 228 - 150 = 78 milioni di Km. La differenza
di distanza di Marte dal Sole è di 42 milioni di Km circa. Ovvero:
distanza massima dal Sole = 248 milioni di Km; distanza minima dal Sole =
206 milioni di Km. 248 - 206 = 42 milioni di Km.
(2)
...come si può pensare che la diffusione dei raggi solari porti a
risultati analoghi - o largamente affini - allorchè essa, sulla Terra,
agisce attraverso un'atmosfera ricca e densa mentre su Marte la "densità
atmosferica" è, indubitabilmente, di gran lunga inferiore?
La risposta è contenuta proprio nella domanda: si tratta di risultati
analoghi e/o largamente affini, non identici! Ci mancherebbe altro...
(3)
Se il punto nodale del Rayleigh Scattering è nel fatto
che la lunghezza d'onda che noi percepiamo come "luce blu" viene diffusa a
causa della nostra atmosfera, e se appare acquisito che l'atmosfera di
Marte è, a partire dalla composizione, passando dallo spessore e per
giungere infine alla densità, radicalmente diversa, su che basi allora
diciamo CON CERTEZZA che l'effetto finale (ergo il risultato VISIVO
finale) deve essere lo stesso?
Ancora una volta troviamo la risposta nella stessa domanda: la
lunghezza d'onda che noi percepiamo come "luce blu" viene diffusa a causa
dell' (...) atmosfera. Che poi sia la nostra o quella di Marte non fa
differenza a livello "meccanico". La differenza è a livello quantitativo:
spessore e densità. Anche la composizione è irrilevante: sulla Terra e su
Marte abbiamo CO2,
O2,
N2,
H2O
ed altri gas analoghi, ma in quantità certamente molto differenti; non vi
sono dubbi.
Tuttavia le molecole di questi gas fungono da filtro dispersore
esattamente allo stesso modo e secondo gli stessi meccanismi sia sulla
Terra che su Marte. Quindi lo stesso Rayleigh Scattering produrrà cieli
azzurri sulla Terra e su Marte. Con che intensità? Sulla Terra l'effetto
sarà
più intenso, su Marte sarà inferiore. Lo dice anche la NASA
(finalmente!).
Facendo, poi, il ragionamento al contrario, rammentiamo che un'atmosfera
sottile e - in funzione della maggior distanza da sole - più fredda,
disporrà di un "motore" termodinamico nettamente indebolito rispetto ad un
pianeta che orbita più vicino al Sole: nella fattispecie Terra e Marte. Ed
in virtù di questo dato di fatto avremo, sulla Terra, un'atmosfera capace
di sollevare, trasportare e mantenere in sospensione quantitativi di
polveri (e vapore) molto superiori che su Marte. Quindi sarà, in primis, sulla
Terra che otterremo varietà cromatiche del cielo molto differenziare: dal
blu, all'azzurro, al celeste, bianco, giallino, rosa, rosso, grigio,
arancione, talvolta verdastro e persino violaceo.
Proporzionalmente alla minor quantità d'aria (legata anche alle ridotte
dimensioni del pianeta) e alla ridotta capacità che l'atmosfera di Marte
avrà di sollevare, trasportare e mantenere le polveri in sospensione, si
arriva facilmente alla risposta finale. Seguite quindi la semplice legge
di proporzionalità: se aumentasse la quantità d'aria aumenterà anche lo
Scattering (e la densità). Ma necessita anche il calore affinchè si
inneschino rilevanti
correnti ascensionali e in quota. Su Marte abbiamo un certo grado
di calore capace di produrre estesi fenomeni meteorologici. Ma le
polveri pesano più dell'aria, non si scappa: meno aria = meno polveri in
quota.
(4)
I nostri Amici d'Oltreoceano rilasciano il più delle volte immagini in
bianco e nero dalle quali non si potrà mai comprendere granché. Se noi ci
mettiamo a colorizzare i frames in bianco e nero creando elaborati in
bianco e marrone, bianco e arancione, bianco e giallo, bianco e blu ecc...
come faremo ad ottenere un prodotto il più vicino possibile alla realtà?
Certamente coglieremo alcune delle molteplici costituenti del paesaggio,
ma saremmo esposti al rischio di non ottenere un elaborato, diciamo, "realisticamente
completo". Ciò nonostante le elaborazioni visionabili nella sezione di
Lunar Explorer Italia
The "Real"
Mars, in "Real" Colors sono fra le più suggestive e
belle che siano state finora realizzate.
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