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Introduzione Panoramica planetaria Il nucleo di Marte Acqua su Marte Contraddizioni Meta Research Palermo
Allo stato attuale si ritiene che i pianeti di tipo "terrestre" abbiano fondamentalmente certe caratteristiche comuni. Essendo corpi rocciosi e tipicamente assai pi� densi dei pianeti gassosi, sono composti da elementi pesanti come ferro, nichel, silicati vari e combinazioni di elementi pi� leggeri. Per intendersi, l'ossigeno, l'azoto e il carbonio, se prendiamo la Terra come paragone, possiamo trovarli non solo come gas liberi, ma anche nel terreno. Nelle fasi iniziali della formazione di un pianeta di tipo "terrestre" si suppone che la costante accumulazione di elementi, sotto forma di atomi e molecole produce infine una proto-massa che, a causa del suo stesso peso, collassa su se stessa inducendo una reazione termica al suo interno. In questa fase sono proprio gli elementi pi� pesanti a precipitare verso il punto centrale del proto-pianeta, mentre quelli pi� leggeri tendono a emigrare verso l'esterno; qui si former� la crosta esterna superficiale. Tra il nucleo di elementi pesanti e la crosta superficiale abbiamo un cosiddetto "mantello" di elementi caldi, presumibilmente allo stato liquido. Ovviamente il nucleo, essendo compresso e sotto pressione, si ritiene sia allo stato solido, ma estremamente caldo. Da qui possiamo comprendere un aspetto molto interessante: indipendentemente da come un pianeta potrebbe formarsi (vedremo poi altre ipotesi), sta di fatto che esiste un certo momento in cuoi il corpo planetario si pu� ritenere finalmente "maturo".Ma quando? Quando si stabilisce l'equilibrio tra la spinta gravitazionale verso il suo stesso centro di massa e la spinta verso l'esterno generata dal calore interno, peraltro provocata dal suo stesso peso. In sostanza si tratta di fenomeni direttamente contigui e legati fra di loro. Tanto pi� il pianeta � denso, maggiore sar� la sua massa, proporzionalmente al suo volume. Di conseguenza maggiore sar� l'energia termica interna, la pressione e la spinta verso l'esterno. Quali sono gli effetti osservabili, scaturiti da quanto fin'ora descritto? Ci� che noi definiamo come "vulcanismo" ne sono un interessante effetto. Potremmo definire i vulcani come la valvola di sfogo di un pianeta, allorch� l'energia accumulata in determinati momenti diventa troppo elevata e viene liberata attraverso l'espulsione di magma verso la superficie. Si presume che la formazione del campo magnetico sia parte naturale del processo di sviluppo del pianeta, ma l'evidenza di tale campo sar� manifesta dopo un certo tempo dall'effettiva nascita del corpo stesso. Da questo presupposto si direbbe che i pianeti "terrestri" in realt� abbiano delle curiose differenze tra di loro. Ne riparleremo poi. Per il momento dobbiamo soffermarci su un'altra peculiarit� che ci deve far riflettere. In un pianeta abbiamo praticamente il nucleo solido, il mantello liquido e la crosta solida. Attenendoci alle leggi che regolano la dinamica dei fluidi parrebbe evidente che un corpo solido, immerso in un corpo liquido, potrebbe muoversi, ruotare, spostarsi senza sostanzialmente variare il volume nel quale � immerso. Allo stesso modo anche la crosta esterna potrebbe muoversi "galleggiando" sul mantello liquido, esattamente come qualsiasi sostanza che galleggia sull'acqua. La differenza sta nel fatto che la crosta esterna � sensibile alle ondulazioni del mantello superiore, che possono essere prodotte da zone dove la temperatura pu� cambiare, la densit� pu� essere leggermente disomogenea rispetto ad altre parti, ed altro ancora. Comprendiamo in pratica la causa del movimento delle piattaforme continentali, dei terremoti e altri fenomeni analoghi. E' ovvio che si arriva facilmente a dedurre come il nucleo di un pianeta possa ruotare in un senso, mentre la sua litosfera possa ruotare, ad esempio, in un senso opposto; tutto questo perch� entrambi sono soggetti al mantello liquido. Ma sopratutto si arriva a dedurre che l'equilibrio di un pianeta, in realt�, � piuttosto delicato. Se ad esempio la densit� di un pianeta fosse bassa e, quindi, la sua massa fosse insufficiente da creare un rilevate effetto di pressione interna, accadrebbe che il corpo planetario forse non avrebbe vulcani e calore interno rilevante. Non potrebbe sviluppare atmosfera, fenomeni di abduzione e subduzione, insomma sarebbe un corpo morto. Proporzionalmente legato al volume, si noti, la densit� e la massa contribuiscono al destino del pianeta. Se la Terra, ad esempio, fosse stata pi� grande, ma con la stessa quantit� di massa e densit�, forse sarebbe un pianeta inerte. Un altro aspetto che mostra quanto l'equilibrio di un pianeta sia delicato � mostrato dalle perturbazioni gravitazionali e magnetiche esterne. Abbiamo detto che un corpo solido pu� muoversi dentro un corpo liquido. Tuttavia, nel caso dei pianeti, un fenomeno del genere � estremamente improbabile che possa verificarsi, a meno che non intervenga un fattore esterno. Si potrebbe dimostrare sperimentalmente cos�: Prendete un palloncino e, se ci riuscite, infilategli una calamita sferica. Riempite d'acqua e chiudete il palloncino. Ora prendete un potente magnete e avvicinatelo al palloncino. Noterete che la calamita si muover� in un senso o nell'altra, a seconda della repulsione-attrazione magnetica, all'interno del palloncino pieno d'acqua. Nel caso di un pianeta interviene anche, in modo molto pi� prepotente, l'effetto di marea gravitazionale. Oggi possiamo tuttavia osservare un fenomeno interessante di interazione gravitazionale e magnetica tra Giove d il satellite Io. Poich� i campi gravitazionale e magnetico di Giove sono estesi e, dal momento che Io orbita a 420.000 km dal pianeta, quest'ultimo � sottoposto a una continua torsione, tale da produrre rilevanti effetti di vulcanismo e, a quanto pare, scariche elettriche. Applicando a Marte questi concetti giungiamo al punto critico della trattazione. Infatti le teorie maggiormente accreditate volevano per Marte la presenza di un nucleo solido, ma le recenti scoperte del Mars Global Surveyor hanno dato risultati al quanto strani. Vediamo. Finalmente la notizia anche
in Italia!
La parte esterna del nucleo del pianeta � probabilmente liquida Fisici del Jet
Propulsion Laboratory
della NASA, negli Stati Uniti, hanno scoperto che il nucleo del pianeta
Marte potrebbe essere morbido e forse liquido. Lo studio, che analizza
dati presi in pi� di tre anni dalla missione Mars
Global Surveyor
(MSG), � in contraddizione con risultati precedenti che indicavano un
nucleo solido. Fonte: Le Scienze Questa notizia, naturalmente � recentissima, circa 1 anno fa, ed � stata pubblicata su Scienceexpress del 6 marzo 2003; autore dell'articolo era C. F.Yoder del JPL. Le analisi dello spostamento Doppler effettuate mediante Mars Global Surveyor, applicate agli effetti di marea, mostravano apparentemente che Marte non possedeva un nucleo solido, bens� liquido. Una spiegazione al quanto controcorrente, ma estremamente interessante � data dal modello Velikovsky/Ackerman. Naturalmente non pretendiamo che sia la teoria perfetta e la verit� assoluta. Ci� nonostante offre una valida spiegazione d'insieme: Secondo Ackerman, Marte in realt� possedeva il nucleo solido ed era bipolare. Poich� Marte fu deviato dalla sua orbita originale da proto-Venere e fu catturato dalla Terra, venne a formare con essa una coppia geosincrona. Naturalmente la Terra era un pianeta pi� grande di Marte, ed aveva un campo gravitazionale e magnetico nettamente pi� forti. Inevitabilmente la marea gravitazionale e il campo magnetico terrestre produssero effetti disastrosi su Marte al punto che il nucleo fuoriusc� decomprimendosi successivamente e raffreddandosi, andando alla deriva nel sistema solare interno. Il resto del pianeta Marte (con la rimanenza del mantello di ferro liquido) and� alla deriva anch'esso poich� la quantit� di energia inerziale della sua orbita risult� essere maggiore, avendo perso molta massa. L'attuale Marte � un pianeta a bassa massa e densit�. Un altro aspetto associato a quanto detto � che i campi magnetici planetari provengono dalle flussi di correnti superconduttrici che scorrono nel nucleo solido, composti di un composto cristallizzato di FeH, scoperto durante un esperimento in cui dell'idrogeno entr� accidentalmente nell'ambiente. Questa sostanza � molto simile alla composizione del nucleo della Terra pi� di molte altre. Le caratteristiche di superconduttivit� del cristallo ricordano molto l'induzione di Faraday. Stranamente Mercurio possiede un campo magnetico bipolare indebolito. Secondo il modello teorico di Ackerman Mercurio sarebbe il nucleo di Marte che, non essendo stato pi� sotto pressione, sub� una decompressione e un rapido raffreddamento. Il fatto � che effettivamente Mercurio � prevalentemente composto da materiale tipico dei nuclei planetari. Il residuo magnetico si trova nelle profondit� del pianeta. Per quanto riguarda Marte oggi, rimane un pianeta pressocch� fluido, con bassa densit� e massa ed i residui dell'antico campo magnetico sono completamente deformati e irregolari. Naturalmente le teorie tradizionali, che per lo pi� riflettono le dottrine uniformistiche della geologia, hanno difficolt� nell'addurre una spiegazione pienamente soddisfacente circa la mancanza del nucleo solido. Vedremo quali sviluppi interessanti ci saranno prossimamente man mano che l'argomento verr� approfondito. Per approfondire il modello di Ackerman visitare www.firmament-chaos.com
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