Considerazioni Generali sull’Anomaly Hunting
- Non
credo che esista un Lavoro nel quale l’Oggettività (intesa come
“Assenza di Pregiudizio”) non abbia un peso.Certo, è vero che ognuno di
noi possiede degli “Elementi Fondamentali” – e cioè tutte quelle
Nozioni, Idee, Esperienze, Capacità Associative ed Interpretative etc. –
sui/sulle quali “fonda” (appunto) il suo Pensiero ed il suo Lavoro, ma è
pur vero che questi “Elementi Fondamentali”, per essere davvero tali – e
per diventare delle valide Fonti di Scienza e Conoscenza – devono
essere coltivati. E questo significa, fra le altre cose, che essi devono
svilupparsi, aggiornarsi, rivedersi e correggersi e poi – chissà? –,
magari nel tempo, cambiare. Trasformarsi. A volte, addirittura,
capovolgersi. Molti Autori Moderni e qualche Lab-Rat (vedi nota 1)
ritengono il “cambio di opinioni” (la mutatio consilii, come diceva – mi
pare – Seneca) un fatto disdicevole. Una sorta di “oggettivazione
dell’incertezza”. Ma a mio avviso non è così. Non è così perché la
Crescita Umana Individuale, al pari di quella Professionale, passa
attraverso il cambiamento. Ed il cambiamento, se è vero che, talvolta,
può essere minimo, quasi del tutto impercettibile (pensate, ad esempio,
ai mutamenti nella posizione delle stelle: continui, certo, ma
altrettanto certamente del tutto impercettibili), è pur vero che, altre
volte, esso si manifesta in maniera travolgente e sconvolgente. Ciò che
per noi, ieri, era bianco, oggi diventa nero (o viceversa); quello che,
sino a poco tempo fa, ci appariva limpidissimo, improvvisamente
diventa nebuloso (e viceversa). E così pure qualcosa che, da lungo
tempo, ritenevamo incontestabile, in un istante diventa questionabile
(e, naturalmente, viceversa). Nota 1: con questa espressione mi
riferisco non solo a Ricercatori Professionisti e Scienziati che
riducono il loro mondo alle mura del laboratorio in cui lavorano, ma
anche quei Ricercatori, pure Professionisti, i quali, in virtù del/i
Titolo/i e della Posizione, rispettivamente, acquisito/i e posseduta,
ritengono, quale che sia la Materia trattata ed a prescindersi dalla
loro effettiva specializzazione, di poter intervenire e parlare “Ex
Cathedra” su TUTTI gli Argomenti definibili come "Scientifici" (anche in
senso lato), trattando tutti gli altri interlocutori alla stregua di
imbecilli Ma anche questi “sconvolgimenti”, allorché accadono,
possono essere eventi formativi; possono essere fonte di miglioramento e
di crescita – nei due sensi anzidetti –, a condizione che, dietro al
loro accadere, esista un processo di “revisione dei dati”, o magari un
(anche radicale) “cambio di angolo visuale” degli eventi. Insomma deve
esistere un qualcosa di “oggettivo” e non un tanto semplice, quanto
ingiustificato ed immotivato, “cambio d’opinione” (eccoVi un esempio
classico e comune a tante conversazioni fra adolescenti:”…Hai cambiato
idea! Perché?” risposta “Perché mi andava così”. (sic!) L’Oggettività,
dunque, sia nel “mantenimento di una posizione”, sia nel “cambio di
posizione”, DEVE ESSERE UN ELEMENTO PERSISTENTE. Un ELEMENTO
FONDAMENTALE di e per qualsiasi processo Logico, sia che esso possa
essere qualificato come investigativo, conoscitivo e/od interpretativo,
sia che esso appartenga alla schiera dei processi meramente descrittivi. L’Oggettività è il Genitore (unico e solo, a parere di chi scrive) della Razionalità. E
l’Oggettività, nel Lavoro di Ricercatore operante nell’immenso Campo
dell’Anomaly Hunting (come in qualsiasi altro Lavoro in cui,
probabilmente, la componente “teorica e tecnica” non può dissociarsi da
quella “intellettuale ed etica”) è essenziale. Ma l’Oggettività, si
sa, non è un “qualcosa di fisico”, che si può “prendere e mettere in
tasca” (o meglio: dato che essa esprime una qualifica “interna”
dell’individuo, diciamo che non è una “pillola” che può essere presa
quando si vuole o quando è assolutamente necessario). L’Oggettività, a
mio avviso, è una Virtù (coltivabile) e, come tutte le “Virtù”, non è
detto che “ci si nasca” con essa. Certo, in qualche caso “si nasce
obbiettivi”, ma non è una regola. E allora, in caso di difetto o di
insufficienza, possiamo dire che l’obbiettività la si può maturare,
coltivare e rafforzare, nel tempo e con il sacrificio. La si può
(anzi: la si dovrebbe SEMPRE) mantenere, anche in circostanze difficili
(nel tempo e – va detto – con MOLTO sacrificio…) e poi – come ovvio – la
si può anche perdere (e, quando questo accade, vuol dire che si è
avviato un processo irreversibile il quale, tra le altre cose, è
degenerativo, difficilmente rallentabile e regolarmente produttivo di
“metastasi logico-deduttive” di impressionante portata). Già, direte Voi, “ma come si perde l’Oggettività (o l’Obbiettività, se preferite)? In mille modi. La
si può perdere per “fame” di profitto (sostenere una posizione
incongrua o assurda, nel caso in cui tale supporto “frutti” un po’ di
quattrini, non è certo un fenomeno raro…); oppure la si può perdere per
mera “simpatia/antipatia” che si nutre verso o contro un Autore, una
Tesi o una Corrente. La si può perdere per “arroganza”, per “superbia” o per “stupidità”. E la si può perdere anche per “rancore”, o magari a seguito di una disputa piuttosto accesa. E come sono le conseguenze (derivanti dalla perdita di Oggettività)? Devastanti. Tanto
per rimanere nei casi più frequenti ed eclatanti (perdita di
Oggettività per profitto e/o per antipatia), se il Lavoro viene svolto
non solo – o non più – come “in favore di” o “per” un Valore (ad
esempio: in favore o per il Sapere Comune; o magari in favore della
Verità, o della Scienza Positiva etc.), ma “a fronte di” un compenso
(che può essere un conguaglio economico o una mera “soddisfazione
morale”) oppure – e meramente – “contro” (qualcuno o qualcosa), esso
INEVITABILMENTE sfiorisce e muore. Perde di senso. Perde il suo “scopo”, la sua “intima ragione” di essere e di esistere. E quindi diventa inutile. Ora,
tanto per ritornare (e rimanere) nel nostro Campo, diciamo che, ad
esempio, il fatto di scrivere un Trattato “Pro Veritate” sulle Anomalìe
Spaziali, per bizzarro, erroneo o mal fatto che esso sia, potrebbe
comunque essere un’opera meritoria. Ma scrivere il medesimo Trattato
“Pro Domo Propria” (e cioè “solo per sostenere se stessi e – magari –
qualche compenso maturato con la fama...) oppure “in illam personam” (e
cioè “contro questa o quella persona”, o corrente di pensiero etc.),
sebbene possa risultare, alla fine, perfetto ai limiti
dell’inoppugnabilità, esso non sarà mai un’opera meritoria. Sarà solo il frutto di un eccesso. Di una visione corrotta e, quindi, distorta. Qualcuno,
quando studiavo Diritto, era sostenitore della Teoria per cui “reagire
in maniera illecita verso colui o coloro che agiscono – contro di noi –
in maniera illecita, è lecito”. Io ho sposato a lungo quella Teoria
e, per certi versi – etici, politici e giuridici – ancora la sposo. La
condivido. La sostengo e supporto. Ma nel campo delle Anomalìe (o presunte tali) Spaziali, no. Nel campo della Scienza (Classica o di Frontiera), no. Se
sostenessi una simile Teoria, allora tutto il Lavoro da me svolto sino
ad oggi, perderebbe senso. Perderebbe valore ed “autorevolezza” – nei
limiti in cui questa parola si attagli ad alcune e per alcune delle
idee, ipotesi e posizioni che ho sostenuto e sostengo. E allora ?E
allora, la storia (quasi paradossale, alla fine, per le implicazioni e
le caratterizzazioni che è venuta ad assumere) delle (pseudo?) Anomalìe
dell’Asteroide 433-Eros deve finire. E per finire, userò solamente le
mie conoscenze, le mie capacità logiche ed i preziosi contributi
tecnici e visivi che i miei Amici e Colleghi mi hanno messo a
disposizione. E poi…E poi basta. Poi, una volta che gli argomenti e
le prove, al pari delle carte da gioco su un tavolo verde, saranno
state esposte e saranno quindi note a tutti, ognuno dei “giocatori” (e/o
degli Spettatori) potrà valutare e decidere da solo a chi o a che cosa
credere – non si parla, in questo Campo, di vedere “chi vince” e “chi
perde”, perché anche questo approccio sarebbe distorto). Diciamo che,
una volta che TUTTI GLI ELEMENTI E LE LORO INTERPRETAZIONI saranno sul
tavolo, ognuno potrà non solo vedere, leggere, approfondire e
tralasciare quello che vuole, ma anche decidere “in maniera informata”
se farsi un’opinione nuova o se mantenersi quella che già aveva etc. Il
tutto senza rancori, senza forzature e senza reiterazioni di immagini,
argomenti, teorie e speculazioni (e si: perché quando si continui a
reiterare – un contendente, o l’altro, o entrambi – non si fa altro che
"scaldare" ulteriormente gli animi per frizionamento degli
Ego...). Che intervengano gli “altri”, i Lettori, per dire,
speculare, approvare od opporsi (possibilmente in maniera circostanziata
ed educatamente). Insomma: ad un certo punto, quando la situazione fra
le parti in contesa è in deadlock (e cioè bloccata, in stallo totale),
bisogna piantarla lì. E’ meglio chiuderla e lasciar parlare gli altri. O anche chiuderla del tutto (il che, spesso, è la cosa migliore da fare). Se questo approccio Vi è chiaro, allora anche tutto il resto Vi sarà chiaro. “CHIARO”, ho scritto, non necessariamente “ESATTO”. Il
Lavoro del Ricercatore e Divulgatore Intellettualmente Onesto (nel
Campo delle Scienze di Frontiera in generale ed in quello delle Anomalìe
Spaziali in particolare), infatti, consiste nel raccogliere i dati e
nel presentarli nella maniera migliore possibile, lasciando che sìano
poi i Lettori (Studiosi, Appassionati, Curiosi etc) a decidere da soli,
formandosi – auspicabilmente, come già si diceva – una “opinione
informata”. Ed ora una considerazione personale: moltissimi "Esperti"
di Anomalìe Spaziali, sono Esperti Fotografi (nonché "Maghi della
ComputerGrafica"). Costoro, che rispetto profondamente, sanno dirVi
tutto ed il contrario di tutto a proposito di fotografia (in
generale) e sono capaci di frantumare e ricostruire un frame in mille
modi diversi. Sono più bravi di me ad analizzare un frame (e
non faccio fatica ad ammetterlo), perchè io non sono un Tecnico
dell'Immagine. Però attenzione: se per essere "Esperti in Scienze
Planetarie" ed "Anomalìe Spaziali" - che sono, rispettivamente, la mia
Specializzazione ed il mio Campo di Divagazione - bastasse essere dei
provetti fotografi, allora io potrei tranquillamente farmi da parte e
lasciar parlare questi Professionisti dell'Immagine. Ma la Verità è
un pò diversa. La Verità è che, per capirne tantissimo di fotografia,
bisogna essere "Esperti e Provetti Fotografi". Incontestabile. Ma
per capirne "abbastanza" di Scienze Planetarie (e cioè di Geologia,
Meteorologia – dove occorre –, un pizzico di Chimica e Fisica etc.), non
basta essere dei Super-Esperti di Tecnica dell'Immagine, né dei
Meravigliosi Equilibristi, Virtuosi del Computer Processing. E la
Materia delle Anomalìe Spaziali, purtroppo per gli Amici Fotografi e "PC
Experts", costituisce l'appendice "Di Frontiera" delle Scienze
Planetarie e non della Fotografia (Professionale e per Amateurs). Spero di aver reso l'idea... Tutto
ciò detto e premesso, veniamo ai punti ed alle Anomalìe Essenziali
in quel (ormai) calderone di speculazioni e teorie che è diventato “Il
Caso dell’asteroide 433-Eros”.
I Casi Concreti: la “Parabola”
L’oggetto identificato dalla lettera “P”,
nel frame NEAR-SHOEMAKER n. 0134030614 del 22 Maggio 2000
(fatti: è un frame leggermente sfuocato ed a bassissima
risoluzione) il quale è stato convenzionalmente definito
come “La Parabola”, a mio parere, può sembrare/assomigliare
a qualsiasi cosa.
Ad esempio, e se proprio decido di usare l’Immaginazione a
tutti i costi, a me può (ragionevolmente) sembrare un
"megafono", appoggiato al suolo sul suo lato lungo…?Però
questo non credo che mi possa autorizzare a parlare di
“possibile megafono alieno abbandonato su un piccolo
asteroide”. Solo un buontempone (o un incompetente, o una
persona in cerca di facilissima – e stupidissima –
pubblicità) si lascerebbe andare ad illazioni/dichiarazioni
simili.
La realtà è che, come si può notare operando una semplice
comparazione visuale (ad es.: di texture e di albedo) fra
l’oggetto controverso e le tre rocce che stazionano nelle
sue immediate prossimità, è che questo rilievo NON SI
DISTACCA/DIFFERENZIA dai suoi dintorni (e cioè, in altre
parole, condivide la texture e l’albedo degli altri rilievi
che sono situati nelle sue vicinanze).
Conclusione preliminare: si tratta di un boulder a forma
pseudo-conica (vedi nota 2) che giace rovesciato sul suo
lato lungo.
Nota 2: si usa il prefisso “pseudo”, seguito dal sostantivo
adatto al caso (exx.: torre, piramide, sfera etc.) allorché
si vuole indicare la circostanza per cui la forma apparente
del rilievo – qualsiasi rilievo – in oggetto, è funzione
dell’angolo di osservazione adottato dall’Orbiter – e
quindi, di conseguenza, dall’Osservatore/Analista – e non
necessariamente delle sue caratteristiche fisiche reali
Nella seconda immagine, invece – trattasi del frame
NEAR-SHOEMAKER n. 0136819148 del 21 Giugno 2000 (fatti: è
un’altra immagine, ahinoi!, leggermente sfuocata e di
modestissima risoluzione) – si potrà lavorare una Vita
intera per cercare di vedere il "giro di 180°” che sarebbe
stato compiuto dal rilievo ma, temo, senza successo.
Perchè? Perchè l'idea di "provare", attraverso due soli
frames (e per di più brutti e sfuocati), un movimento della
roccia in oggetto costituisce, a mio avviso, una probatio
diabolica.
Una prova, cioè, che non
può essere data (o che può essere data solo "con (elevata)
approssimazione logica e tecnica", il che rende la
dimostrazione, ove data, una pseudo-prova...).
Perché? Perché, tanto per cominciare, le condizioni di
illuminazione della superficie e l’angolo di fase - ossìa
l’angolo esistente e disegnato dal Sole, l'Oggetto Ripreso (ivi:
433-Eros ed il suo interessante outcrop) e l'Orbiter - sono
cambiati. E non di poco.
Sappiamo tutti benissimo quanto sia (rectius: appaia) DIVERSA
una superficie allorché cambiano le condizioni di illuminazione
della medesima; e sappiamo tutti benissimo quanto appaiano
diversi alcuni rilievi a seconda dell’angolo visuale che viene
adottato per osservarli. (esempi: per quanto attiene le
condizioni di illuminazione, diciamo che le fotografie scattate
a rilievi che si trovano sulla Linea del Terminatore, come in
questo caso, servono a definirne meglio le forme, approfittando
dell’effetto affilante delle ombre e del maggiore – se non
esasperato, nel vuoto – contrasto esistente fra aree in luce ed
aree in ombra).
Per quanto attiene il cambio di angolo visuale, provate ad
osservare il frame NEAR-SHOEMAKER n. 0148173946 che segue: che
cosa ci mostra e dimostra? Esso ci mostra forse il profilo di un
Volto avente sembianze umanoidi – il “Volto di 433-Eros”... –,
oppure si tratta solo di un gioco di luci ed ombre, determinato
proprio dal punto di osservazione (vista) adottato dall’orbiter
e, conseguentemente, fatto proprio dall’Osservatore?).
Si tratta di una "gigantesca
scultura" che raffigura una Creatura di sembianze umane, oppure è
solo un "affascinante gioco di luci ed ombre"? Pensateci sopra...
Ed ora – tornando a noi – che cosa si vede, poi, di così
inquietante, nel secondo frame che riprende il rilievo controverso
(e cioè la nostra “parabola“)?
Nulla. A parer mio non si vede assolutamente nulla.
Il rilievo “Parabola” si risolve, operando una modestissima
magnificazione (modestissima altrimenti il frame si sgrana ed a quel
punto si può veramente arrivare a vedere “di tutto e di più″…) in
una roccia dai profili (superiori) nettamente irregolari, e che di
“parabolico” – ahinoi – non mostra
alcunché …"
Conclusione: il rilievo pseudo-conico del primo
frame si conferma essere un boulder, con bordi superiori irregolari
(e vagamente sfaccettati) ed albedo e texture congrue rispetto sia a
quelle dell’ambiente a cui esso accede, sia a quelle degli altri
boulders che giacciono nelle sue prossimità e che, nella loro
globalità, formano quello che tecnicamente si definisce come “rocky
outcrop” (o “affioramento roccioso“). La “parabola” è un “boulder“,
ossìa un rilievo roccioso (un “macigno”, tecnicamente), che di
“innaturale”, se non altro a parere di chi scrive e dei miei
Colleghi e Collaboratori, non ha nulla.
Non siete ancora convinti?
E allora proseguiamo…
Con un pò di pazienza, ed usando le immagini di supporto giuste, ho
calcolato le coordinate approssimative del nostro outcrop
(localizzato a circa 14,46° Lat. Nord e 256,77° Long. Est) ed ho
quindi effettuato una ricerca di frames alternativi a quelli che
“imperversano su internet” (e che Vi ho appena proposto),
avvalendomi della funzione “Advanced Image Search” per la Missione
NEAR EARTH Asteroid Rendez-Vous, messa a disposizione dalla stessa
NASA e dalla University of Arizona all’indirizzo
.
E altre “nuove” immagini del “rilievo controverso” - DECINE di
immagini -, come per incanto, sono apparse: eccone alcune…
…E poi, per gli “incontentabili”,
arriva adesso una visione “dall’alto” la quale, sostanziandosi in un
radicale cambio di prospettiva, SEMBRA ALTERARE le fattezze del rilievo
il quale, invece, è sempre lo stesso outcrop di cui sopra e che, come
già si scriveva, di “parabolico“, purtroppo, non ha assolutamente nulla.
Allora: dov’è andata a finire
la nostra “Parabola”?
E adesso – permettetemi la franchezza – lasciatemi dire che non deve
essere abitudine dell’Anomaly Hunter Intellettualmente Onesto e
tecnicamente competente il “presumere” l’artificialità di un
rilievo, ANZI: semmai DEVE ESSERE VERO IL CONTRARIO!
Di qualsiasi rilievo "ambiguo" occorre presumere la
NON-Artificialità, se si vuole ragionare correttamente.
L'Artificialità VA DIMOSTRATA – al 100% e senza che, alla fine,
possano ancora sussistere legittimi dubbi).
Ed idem dicasi per la “corruzione” (o tampering) di un’immagine, la
quale VA PURE DIMOSTRATA e MAI PRESUNTA.
Ora, detto tutto questo, io non ritengo utile il fatto di continuare
a studiare due frames (tutto sommato) piuttosto brutti, al solo ed
unico scopo di cercare di dimostrare – da un lato – che un rilievo
superficiale “presunto artificiale”, è “Artificiale” (una Parabola,
nel caso di specie) e – dall’altro – che un rilievo superficiale
presunto naturale (ivi: “un sasso”) è effettivamente naturale (ivi:
“un sasso”). Sconsiglio altresì – e questo è un suggerimento basato
sull’esperienza nell’analisi di rilievi curiosi – di ricorrere ad
iper-magnificazioni.
L’ingrandimento di un rilievo controverso, talvolta (e se usato con
parsimonia), può risultare di notevole aiuto all’Analista-Interprete
dell’immagine; tuttavia, non dimenticate mai che la magnificazione
di un rilievo, specie se operata ad alti livelli e su frames
originariamente di scarsa qualità, diventa un’arma a doppio taglio.
Perché? Perché, molto probabilmente, l’Analista-Interprete
dell’immagine vedrà, si, DI PIU’, ma quel “di più” potrebbe (anche)
essere il prodotto di distorsioni, aberrazioni e sgranature del
frame. Insomma: ingrandire, per “scovare” qualche possibile Anomalìa
e Singolarità, SI: ma poco e con cautela, altrimenti le Anomalìe e
le Singolarità finiremo inevitabilmente con il crearle noi…
Adesso osservate, valutate e decidete Voi stessi.
Le "Sfere"
Alcuni boulders, in ambienti caratterizzati da microgravità (e
questa è semplice Fisica dei Corpi Celesti, non una mia
“fissazione”), tendono a muoversi ed a rotolare OGNI QUAL VOLTA
l'ambiente al quale accedono viene stimolato da azioni esterne (ad
esempio: impatti del Corpo Principale con altri “Corpi Erranti” –
bolidi e/o comete e/o detriti spaziali artificiali etc.) o da
influssi mareali (e cioè gravitazionali) – ovviamente (e per
definizione) esterni anch’essi.
Può accadere, come dimostrato in simulazioni di laboratorio, che le
rocce di un corpo celeste a bassa/bassissima gravità (o
micro-gravità, appunto), possono – a determinate condizioni –
giungere persino a "levitare", per alcuni istanti/minuti; oppure – o
perché repulse, o perché attratte (e comunque, ab origine,
posizionate in maniera tale da concretare un’ipotesi di equilibrio
instabile), possono sbilanciarsi e quindi rotolare, assecondando i
rilievi che le circondano.
E non dimentichiamo che anche le vibrazioni del suolo, cagionate –
ad esempio – da un impatto occorso non lontano dalla loro regione di
stazionamento, possono causare un movimento di rocce instabili, le
quali – ancora una volta – potranno mettersi a rotolare (se le
condizioni del suolo lo consentono) per quindi andare ad infossarsi,
da qualche parte. E poi, magari – nel tempo ed in condizioni
differenti ma idonee al cambio di stato –, riemergere nuovamente
(magari in toto e magari in parte). O smuoversi: chi può ipotizzare
tutta la casistica?!?
Dunque le rocce (alcune rocce, diciamo così, che è anche più
corretto) di 433-Eros (e non solo, come ovvio) possono muoversi.
Certamente, nel passato (ieri o un milione di anni fa), esse si sono
mosse.
E le rocce, mentre si muovono (rotolano), incontrano ostacoli.
A volte li superano, a volte no. A volte colpiscono altre rocce. E
si rompono – magari scheggiandosi e producendo “boulders” dalle
forme fantastiche ed improbabili, alle volte. Ed altre volte,
invece, ed a seguito di innumerevoli impatti e sfregamenti
“morbidi”, esse POSSONO smussarsi/arrotondarsi.
Osservate una di queste “Rocce Rotondeggianti”, ora.
Che dite? E' una “Sfera” o uno
“Sferoide” ?Io direi che il problema, in realtà, non dovrebbe
neppure porsi, poiché una “sfera” – ritengo – è un corpo decisamente
diverso da quella roccia che vediamo nei frames di cui sopra. Le
rocce (con e senza peduncoli) che vedete nei frames NEAR-SHOEMAKER,
sono dei boulders di forma rotondeggiante – comunissimi sulla Luna e
Phobos, ad esempio – i quali caratterizzano alcune regioni prossime
ai tanti declivi – guarda caso… – che costellano 433-Eros. EccoVi un
altro esempio (si tratta di una porzione magnificata del context
frame dal quale è stato estrapolato il dettaglio che Vi abbiamo
proposto in precedenza):
Che cosa sono i due rilievi
che vedete alla Vostra Dx e che sembrano giacere sulla medesima
perpendicolare? Sono "sfere"?!? Secondo me, no. Si tratta di due
"sferoidi" che hanno un’albedo molto alta.
Questo si: questo è un fatto evidente.
Ma basta forse un’albedo particolarmente elevata – e Attenzione,
ancora una volta: ci sono moltissime zone della superficie di
433-Eros che mostrano un’albedo visuale decisamente significativa! –
per qualificare un boulder rotondeggiante come Anomalìa di
Superficie o, addirittura, come “Evidenza Aliena”?
Io direi di no.
E se, infine, si volesse alludere, parlando dei boulders arrotondati
di 433-Eros, alle "sfere/Orbs" che, di quando in quando, incrociano
nei Cieli Terrestri, allora è meglio lasciar stare le Scienze
Planetarie e parlare di Ufologia, perché altrimenti si rischia di
uscire completamente fuori tema e, di conseguenza, contribuire alla
“confusione” (che già c’è ed è abbondante) e non alla “Chiarezza”.
Si, lo so, speculare è bello e, in questo campo, è affascinante,
però...Andiamoci piano.
La “Scatola”
Onestamente non ho molto da aggiungere, su questa allegazione, in
più di quanto non ebbi a scrivere nell'articolo in cui si parlava
delle presunte Anomalìe dell'Asteroide 433-Eros.
Insomma: che si tratti di un rilievo “ambiguo” (apparentemente),
direi di si, senza dubbio. Ma che si tratti di un rilievo
artificiale…Questo non sono solo io quello che non può dirlo. Questo
NON LO PUO’ – legittimamente e definitivamente – DIRE NESSUNO.
Ad ogni modo, una volta che sia operato uno stretch (anche
eccessivo) del frame originale – che, come il 99% dei frames
NEAR-SHOEMAKER, è piccolino e bruttarello – quello che si riesce a
portare alla luce (leggi:evidenziare) – purtroppo – è solo un
pietrone, la cui base è nell’ombra (e difficilmente risolvibile con
chiarezza), mentre la sommità viene colpita dai raggi radenti di un
Sole evidentemente già molto basso sull’orizzonte locale.
Conclusione:
si tratta di un macigno a pianta larga ed irregolare, che si
sviluppa “singolarmente” in altezza e su un solo versante (quello
“Sud”, dal punto di vista dell’Osservatore). La “stranezza” che lo
caratterizza è, molto probabilmente, causata dall’effetto di
contrasto estremo fra la sua porzione illuminata (che si sovrespone
e, grazie anche alla povertà di risoluzione del frame, perde di
definizione e sembra molto più regolare di quanto non sia realmente)
rispetto a quella in ombra.
Ogni ulteriore valutazione “di forma” e/o “di sostanza” (ad esempio:
la matrice “artificiale” del rilievo), non può essere classificata
se non come pura (ed anche alquanto azzardata) speculazione.
Il “Flash”
Abbiamo, lavorando piuttosto rapidamente, localizzato il punto
dell'evento anomalo sulla mappa di 433-Eros ed abbiamo reperito
altre due immagini che raffigurano quell'esatto punto mentre si
trova in piena luce: ebbene, io stesso ho verificato – sia usando
una piccola mappa altimetrica, sia "visivamente" – che nella zona
calda (l'hot spot, si dovrebbe dire) non ci sono rilievi (anzi:
tutta la regione è costituita da un'ampia depressione, situata nei
paraggi del rilievo noto come “The Saddle” – “La Sella”) e quindi
direi che, automaticamente, l'ipotesi del "picco di cristallo (o il
“Monte Everest di Eros”) che brilla" cade rovinosamente.
Così come cade l'ipotesi di un impatto fra un
"corpo errante" e 433-Eros poiché, nelle immagini "in luce"
(SUCCESSIVE al flash – e brutte/povere di definizione
anch’esse), non siamo riusciti ad intravedere alcun segno fisico
(NON UNO, ahinoi!) che ci dimostrasse/suggerisse l'idea di un
impatto recente. A questo punto, come potrete immaginare,
restano SOLO DUE POSSIBILITA': si potrebbe trattare di
1) un image-artifact, ossìa un vizio del
frame derivante, ad esempio, da un vizio di trasmissione o di
compressione dei dati (quest'ultima è l'ipotesi razionale al
momento preferibile), o da un lack of signal, o dalla presenza
di un'area di dead pixels et sim. oppure
2) un'Anomalìa Orbitale, ossìa un evento
"curioso" ed inspiegabile, accaduto nelle prossimità
dell'asteroide (o anche sulla sua superficie), il quale può
tanto essere fatto risalire ad attività "aliene" in senso
stretto, quanto ad altri eventi, fisici ed ottici – ma naturali
- che noi non siamo in condizione di spiegare (guardate
l'immagine che segue e che è relativa ad un Fenomeno Lunare
Transitorio (o TLP) Lunare: riuscite a vedere la somiglianza tra
i due flash?!?).
L'approccio da me
adottato nella ricerca delle possibili Anomalìe Spaziali in
generale e, in particolare, nella ricerca delle possibili Anomalìe
dell'Asteroide 433-Eros, me ne rendo conto, è poco commerciale e
lascia uno spazio meramente residuale alla Fantasia. Ma questo,
credetemi (e qui parlo per esperienza e sulla base dei miei
pregressi errori), è l'unico approccio che "forma", "insegna" e,
alla fine, "porta a qualcosa".
Conclusioni - Questo
"Addendum" al nostro precedente articolo su 433-Eros, al pari di
esso, NON E’ STATO SCRITTO “contro" le teorie del Sig. Pilolli e del
Dr Di Gregorio (nonché dei loro sostenitori). Non è stato questo
l’approccio usato perché, se così fosse stato, l’Oggettività – come
ho cercato di spiegare nella prefazione, se ne sarebbe andata via,
rendendo tutto il lavoro vuoto ed inutile.
Certo: come Gruppo di Ricerca Lunar Explorer Italia e come singolo
Ricercatore, abbiamo/ho le nostre/mie teorie, idee e speculazioni,
ma abbiamo/ho cercato di restare pragmatici/o, assecondando – sempre
– una linea di ragionamento lineare ed obiettiva (appunto)
Queste note sono il semplice portato di OSSERVAZIONI e quindi di
attente e ponderate (e disincantate) riflessioni. Esse sono il
prodotto di un APPROCCIO alla Materia che, a nostro parere, è logico
e razionale ed il risultato finale, almeno nella nostra ottica,
dovrebbe essere quello di fornire a chi ci legge una “Opinione
Informata”. Un’Opinione – dunque NON una Verità – che, nella sua
globalità, viene a costituire – almeno a parere di chi scrive –
l’espressione tangibile di una Costruzione Logica “accettabile”.
E per chiudere, mi consentite una similitudine? Pensate ai
“Miracoli”. I Miracoli – da intendersi come Eventi Straordinari
(Meravigliosi) i quali resistono a qualsiasi spiegazione Logica,
Razionale e Scientifica –, lo sapete, divengono tali solo a seguito
di un processo “di esclusione”.
Il Miracolo, insomma (e non c’è nulla di riduttivo in quello che sto
per scrivere), è un “Evento Residuale”.
Si parla di Miracolo, infatti, SOLO UNA VOLTA CHE SONO STATE ESCLUSE
TUTTE LE ALTRE POSSIBILI CAUSE/SORGENTI DELL’EVENTO FINALE
(meraviglioso ed inspiegabile, usando gli strumenti propri
dell’investigazione scientifica).
E allora?
E allora così pure dovrebbe dirsi, a parer mio, per le Anomalìe
Spaziali le quali, al pari dei Miracoli, si dovrebbero costruire
“PER ESCLUSIONE” di tutto quanto è invece ipotizzabile e/o
dimostrabile Scientificamente e/o empiricamente (e comunque agendo
Logicamente e Razionalmente). Le AUTENTICHE Anomalìe, infatti (che
sono un numero modestissimo, laddove comparato al quantum globale
delle “presunte” Anomalìe Spaziali che vengono individuate, da
Dilettanti e/o da sedicenti “Esperti”, ogni giorno), dovrebbero
essere individuate SEMPRE e SOLO PER ESCLUSIONE senza MAI
“PREMETTERLE e/o PRESUMERLE”. E per sostenerle, a mio parere,
bisognerà sempre fare degli sforzi (gravi, me ne rendo conto) i
quali sìano volti, innanzitutto, AD ESCLUDERE, come causali della
(possibile) Anomalìa, tutti quegli eventi i quali risultino
effettivamente refrattari a spiegazioni operate usando un approccio
razionale e scientifico classico.
Linguisticamente, infine, (soprattutto per evitare brutte figure) –
sia che si sostengano ipotesi “esotiche”, sia che si supportino
ipotesi “classiche” – suggerisco l’uso di un linguaggio semplice e
scorrevole, corroborato da un approccio possibilistico (ma non
scriteriatamente “open” a 360°); suggerisco di non ricorrere troppo
di frequente ad iperboli, a “frasi ad effetto” ed a chiose basate su
certezze tanto monolitiche, quanto aprioristiche.
Suggerisco di lavorare sempre su frames in HR e di elevata qualità
(laddove disponibili, ovviamente); i frames ambigui e/o di cattiva
qualità ab origine, possono essere usati solo come fonti secondarie
di investigazione, oppure possono venire impiegati “per gioco”.
E’ essenziale, comunque, non (iper) magnificare i frames Low
Resolution, poiché questa operazione è produttiva di innumerevoli
image-artifacts ed è proprio da questo tipo di approccio che
nascono, molto di frequente, delle sviste clamorose.
Morale: volete realmente individuare qualche Anomalìa Spaziale
“Genuina”? Ok; allora accettate un mio piccolo consiglio: le
Autentiche Anomalìe (al pari delle Autentiche Singolarità), si
auto-manifestano e, di fatto, risultano SEMPRE ovvie e
visibilissime. Non cercatele “a tutti i costi” e “disperatamente”,
altrimenti rischierete di finire con l’attorcigliarVi, logicamente e
visivamente, su frames – non sempre, ma di regola – “brutti” e del
tutto insignificanti.
Ed ora…Buon Lavoro a Tutti!
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