© 2004 - 2011 Pianeta Marte.net - All right reserved 4 DICEMBRE 2005 (CON AGGIORNAMENTI AL 2011) Se molti Scienziati sembrano essere decisamente concordi nel supporre che Marte fu un pianeta dotato di condizioni grossomodo adatte alla vita, pare tuttavia che vi si trovino alcune incongruenze riferite invece al presente di Marte. Così, cogliamo l'occasione per rinfrescare la memoria sul significato della parola obbiettività: "una cosa è la raccolta dei dati; un'altra cosa è la loro interpretazione". Purtroppo (o per fortuna) ogni singolo Ricercatore possiede, bene o male, una propria veduta della realtà la quale talvolta collima con quella di altri. Esiste dunque la possibilità che fattori di svariata natura possano indirizzare uno Scienziato a formulare una tesi che si contrappone a idee formulate da altrettanti Scienziati, ma basate però sugli stessi dati. Ed è la situazione che ci accingiamo a prendere in esame in questo articolo. Precisiamo comunque che non intendiamo screditare nessuno, ne tantomeno demolire ipotesi probabilmente valide. Ciò nonostante, quando si parla di Vita fuori dal pianeta Terra è come muoversi all'interno di una jungla di opinioni (diciamo pure "dottrine") dove non si sa esattamente a che punto collocare il "dove", il "quando", il "cosa", il "come" e il "perchè". Riuscire a stabilire una base per stilare un'analisi decente di un ambiente extraterrestre è estremamente complesso qualora volessimo presupporre la possibilità di vita. Allo stato attuale l'unico esempio di ambiente adatto alla vita è la Terra stessa. Anzi, per essere rigorosi, potremmo includere anche la Stazione Spaziale Internazionale, un ambiente adattato alla vita che si trova fuori dal pianeta Terra. Non è una frase fatta: l'uomo, per poter esplorare lo spazio extraterrestre ha dovuto escogitare e progettare ambienti artificiali idonei alla propria sopravvivenza. D'altro canto, l'esobiologia tiene conto di tutti quei fattori atti alla generazione spontanea di ambienti in cui potrebbero scaturire e proliferare forme di vita. Onestamente abbiamo la sensazione di intravedere un concetto al quanto contraddittorio: da una parte l'uomo ha dovuto progettare ambienti per vivere fuori dalla Terra e dall'altra parte, sempre l'uomo ovviamente, ipotizza che la vita e gli ambienti ad essa indispensabili scaturiscano in modo lento e spontaneo ovunque sia possibile. L'esobiologia trae le proprie basi dalla biologia convenzionale, dall'astrofisica, dall'astrochimica e sopratutto dalla Teoria dell'Evoluzione. E' una scienza relativamente giovane la quale è partita da subito con una serie di affascinanti e belle rogne da affrontare. L'importanza di studiare lo spazio extraterrestre sotto il profilo della biologia è fondamentale per le future missioni spaziali verso Marte e non solo. A tal proposito vorremmo commentare alcune interessanti osservazioni basate sulle rilevazioni delle sonde che stanno scandagliando il pianeta rosso. La sonda Mars Odyssey possiede nel suo equipaggiamento uno strumento chiamato MARIE, utilizzato per la rilevazione delle radiazioni. Nel 2003 si tenne un convegno dell'Unione Geofisica di San Francisco al quale partecipò anche il Dr. Cary Zeitlin, del National Space Biomedical Research Institute. La scoperta che lo scienziato ebbe modo di riassumere era legata alla possibilità di sopravvivenza dell'uomo nell'ostile superficie marziana. In sostanza, gli scienziati americani avevano elaborato una serie di dati ricavati dalla sonda ed i risultati ottenuti parrebbero essere molto incoraggianti per una spedizione umana su Marte. Secondo Zeitlin, l'uomo potrebbe sopravvivere tranquillamente e senza eccessivi problemi di precauzioni. Eppure, sappiamo dalla letteratura specializzata che Marte non possiede un campo magnetico simile a quello terrestre e nemmeno un'apprezzabile scudo di ozono; di conseguenza i raggi cosmici e le radiazioni solari si abbattono al suolo rendendolo sterile e inadatto alla vita. Insomma non potrebbe sopravvivere niente. Cosa dovremmo dedurre a questo punto? Ad errori nella letteratura scientifica? Ad una imminente revisione delle nostre conoscenze di Marte? O forse l'atmosfera marziana non è proprio così miseranda come si sbandiera tanto? Ecco allora come si contraddice questa bella notizia: ________________________________________________________________________________________________________________________________ Troppe radiazioni: Marte invivibile (tratta dal TG Com del 17 marzo 2003) Missioni umane quasi impossibili - Su Marte la vita come la conosciamo noi è impossibile: l'ultima conferma arriva dai dati raccolti dalla sonda Mars Odyssey. Secondo Cary Zeitlin, del National Space Biomedical Research Institute di Houston, il livello di radiazioni sul pianeta rosso è talmente elevato da essere pericoloso per gli astronauti che dovessero esplorare Marte; forme di vita simili a quelle presenti sulla Terra quindi non avrebbero avuto possibilità di sopravvivere. L'unico modo che qualsiasi forma di vita avrebbe avuto per sopravvivere è al coperto dalla polvere radiottiva del pianeta: nel sottosuolo. E' stata questa dunque la prima conclusione raggiunta dalla missione spaziale finanziata dalla Nasa con oltre 300 milioni di dollari. La sonda ha anche confermato la presenza di acqua nell'emisfero nord del pianeta. Molto più che a sud. Per la maggior parte l'acqua è ghiacciata e si troverebbe ad un metro sotto terra. Una scoperta importante visto che proprio da questo ghiacciaio i futuri colonizzatori del Pianeta Rosso ricaveranno acqua da bere, carburante e ossigeno per respirare. Rimane il problema iniziale: le radiazioni. Non è ancora chiaro il livello di radiazioni presenti sulla superficie. Alcuni esperti dicono che la tenue atmosfera di Marte potrebbe dare una certa protezione. Altri invece sono convinti che una missione umana sul Pianeta Rosso sarà da escludere visti gli alti rischi. _________________________________________________________________________________________________________________________________ A conti fatti ci rendiamo partecipi di questo strano modo di interpretare i dati - gli stessi dati - filtrati da differenti fonti informative e differenti vedute globali. Ecco perchè alcuni forse tendono ad evocare i fantasmi dei complotti in modo ingiustificato. Il problema evidentemente è diverso: si tratta probabilmente di pregiudizi scientifici arricchiti da eccessivo ottimismo e/o eccessivo pessimismo. Oppure sono i mezzi di informazione a confondere un pochino le idee. Quello che è invece il nostro punto di vista (Pianeta Marte.net) rispecchia un modo alternativo di proporre la possibile soluzione del dilemma: "SE". Proprio così. Nel caso ci trovassimo effettivamente di fronte ad un pianeta perennemente bombardato da micidiali radiazioni (compresi i raggi U.V.), allora è inutile gongolarsi in fantasiose ipotesi di vita attuale su Marte. La vita morirebbe e basta. Inoltre, sarebbe altrettanto futile proporre tesi su come un'atmosfera così tenue potrebbe schermare dalle radiazioni. Basti pensare al problema del buco dell'ozono che abbiamo qui sulla Terra (e al grande clamore che se ne è fatto) con il conseguente aumento dei raggi ultravioletti che arrivano intatti al suolo. Non dimentichiamo poi che il campo magnetico terrestre sta subendo una costante, seppure lentissima, diminuzione di intensità con conseguente maggior afflusso di radiazioni cosmiche verso la superficie terrestre. Dunque, gli astronauti che - chissà - forse un giorno sbarcheranno su Marte, cosa troveranno? Un pianeta totalmente sterile e inospitale, oppure un pianeta parzialmente sterile ed inospitale? La risposta a questa domanda fa molta differenza. Ci sarebbe allora un'ultima considerazione da fare: conosciamo la distanza di Marte dal sole; sappiamo che non possiede un campo magnetico globale come quello terrestre; conosciamo la sua massa e composizione chimico-mineralogica generale; conosciamo i valori di rotazione, rivoluzione e inclinazione dell'asse; conosciamo grossomodo l'ammontare del tasso di radiazioni che giungono dallo spazio verso Marte, considerato che i moduli orbitali avranno effettuato delle           rilevazioni e che i rovers al suolo dal 2004 (siamo nel 2010) avranno pur fatto altrettanto; si sostiene che l'atmosfera di Marte sarebbe molto rarefatta (circa 7 millibar al cosiddetto punto "datum"); conosciamo presumibilmente la composizione dei gas atmosferici; In virtù di tutti questi parametri relativamente noti, com'è possibile andare in confusione e non sapere bene se su Marte si può sopravvivere  o meno? A noi sembra assai difficile da mandare giù. Cosa c'è che non quadra?