© 2004 - 2011 Pianeta Marte.net - All right reserved 10 SETTEMBRE 2007 Da quanti anni si parla, si urla, si schiamazza e si predica il “Vangelo dell’acqua di Marte”? In effetti da tanti anni. Ma adesso cambiamo musica e vediamo le reazioni al materiale che vi presentiamo in questo controverso articolo. Riprendiamo l'argomento inerente la possibile presenza di acqua liquida in superficie tornando proprio ad Aram Chaos. Avevamo lasciato una questione in sospeso, rammentate? Cercheremo ora di approfondire meglio la faccenda, estremamente affascinante ed importante.  La sequenza di 6 immagini che possiamo vedere è, ancora una volta, relativa alla regione di Aram Chaos. I singoli fotogrammi sono stati estratti ed elaborati dal dr. Joseph P. Skipper. Nessuna preoccupazione: essi sono genuini in quanto l'editing effettuata dal Ricercatore americano consiste nella colorizzazione ed enfasi delle aree interessate. Dunque, Skipper ci ha prospettato una possibile presenza d'acqua liquida che noi finora abbiamo ritenuto opportuno accogliere favorevolmente (seppur con il dovuto riserbo). Ad ogni modo, le implicazioni di questo scenario non sono affatto da prendere alla leggera perchè se davvero c'è acqua liquida dobbiamo rivedere tutte le nostre attuali cognizioni sulla meteorologia e l'atmosfera marziana; se invece ciò che vediamo in questi frames non è acqua liquida, oppure non esclusivamente solo acqua liquida, dovremmo iniziare ad interrogarci seriamente su cosa stiamo osservando e cosa effettivamente sia quella "roba" scura. Ammettiamo che sia acqua liquida...  Sulla Terra l'acqua permane allo stato liquido per due ragioni: L'atmosfera esercita su di essa una pressione. Al livello del mare tale pressione è pari a 1013 hPa, ideale per conferire all'acqua un intervallo di transizione           relativamente largo che va dai 100° Celsius per l'ebollizione fino a 0° Celsius per il passaggio allo stato solido, riferendoci ovviamente ad acqua pura e priva di           sali minerali o altro. Man mano che saliamo di quota la pressione dell'aria diminuisce e l'intervallo di transizione tra lo stato gassoso e quello solido si riduce. A           poco più di 3 km di altitudine, per esempio, l'acqua bolle a 80°C. L’atmosfera, essendo composta da molecole di gas, possiede un valore di densità specifico che diminuisce in funzione dell’atrazione gravitazionale esercitata           all’aumentare dell’altitudine media dalla superficie terrestre (nel qual caso il livello del mare).           Attenendoci ai dati ufficiali e volendo considerarli attendibili, la pressione media di Marte al punto dato è di 6 millibar. Come si comporta l'acqua in condizioni simili? Poichè il pianeta sarebbe tanto freddo e la pressione così bassa, l'acqua dovrà quindi passare dallo stato solido a quello gassoso "saltando" la transizione dello stato liquido. Esiste tuttavia una particolare situazione che, usando le parole del dr. Stefano Cavina (Pianeta Marte, pag. 64) potremmo definire "un'incredibile coincidenza": si tratta dello "stato triplo". Quando la temperatura è pari a 0,1°C e la pressione è di 6,1 millibar l'acqua riesce a mantenersi nei suoi tre stati simultaneamente. Tirando allora due somme dobbiamo nostro malgrado ritenere che l'acqua liquida in superficie non sarebbe praticamente riscontrabile. Dobbiamo allora seguire il percorso che il dr. Cavina (sempre nel suo libro) ci propone, prendendo in considerazione quelle zone del pianeta situate sotto il livello dato come il bacino di Hellas. Nel nostro caso, la regione di Aram Chaos è una di quelle aree che si propendono fino a quasi 3 km rispetto al punto dato. Che cosa accadrebbe in queste vaste depressioni? Sempre attenendoci ai dati ufficiali, accadrebbe che la pressione atmosferica avrebbe valori leggermente superiori, dell'ordine dei 2-3 millibar in più, sufficienti a mantenere l'acqua allo stato liquido per brevi periodi di tempo (forse minuti o al massino pochissime ore). Siamo certi che i Lettori più perspicaci avranno capito benissimo dove vogliamo arrivare... Adesso, con calma e pazienza, osserviamo bene ed attentamente i frames elaborati dal Dr. Skipper (oppure usiamo gli originali della MGS) e proviamo a stimare le dimensioni di questi presunti laghetti e fiumiciattoli. Partendo dal presupposto che stiamo osservando da una quota di oltre 300 km, potremmo desumere che gli invasi scuri abbiano lunghezze di svariate centinaia di metri e larghezze variabili entro parecchie decine di metri. Applichiamo ora questa semplicissima logica: a pressioni di circa 8-9 millibar, fino ai probabili 12 millibar del grande bacino di Hellas, quanto sarà largo (semmai esiguo) l'intervallo di transizione dell'acqua in funzione delle bassissime temperature medie di Marte? E' ovvio: l'intervallo in cui l'acqua permarrà allo stato liquido sarà ugualmente molto stretto. Giusto? Eppure questi presunti invasi scuri sembrano piuttosto estesi in rapporto alle rigide condizioni riscontrate su Marte. L'acqua non avrà mai il tempo di accumularsi in tali quantità perchè congelerà oppure evaporerà tutta rapidamente. Occorre poi capire se quel tipo di terreno sia davvero in grado di mantenere l'acqua in superficie senza che essa venga (ri)assorbita entro breve tempo. Stando a quanto le immagini ci mostrano verrebbe da pensare che quel terreno trattenga bene l'acqua in superficie, ammesso che di acqua si tratti... Così, facendoci altri due conti basati sulle premesse finora esaminate dobbiamo ritenere che in Aram Chaos, ciò che ai nostri occhi sembra acqua liquida, potrebbe non esserlo. A meno che.... A meno che la pressione atmosferica di Marte oltrepassi di molto i 6 millibar dichiarati per il punto dato. In questo caso sarebbe possibile che l'acqua           disponga di un intervallo di transizione più largo per mantenersi allo stato liquido. Ancor più fondamentale della pressione è la densità atmosferica. Se c’è aria allora vi sono le condizioni minime perchè l’acqua possa liquefare e permanere in           tale stato per un tempo relativamente lungo Ne consegue che la pressione atmosferica non è di per se sufficiente a chiarire univocamente la questione. E vi sarebbero diverse ragioni al riguardo: La pressione atmosferica di Marte al suolo in realtà dovrebbe essere proporzinale alla gravità esercitata dal pianeta stesso, cioè 1/3 di quella terrestre. Ed è           anche plausibile che vi sia una certa disomogeneità nella distribuzione degli strati gassosi a partire dal suolo salendo di altitudine. L'intervallo di transizione dell’acqua sarà pertanto assoggettato alle variazioni delle condizioni climatiche e, quindi, inferiore a quello terrestre. In pratica non è           detto che l'acqua liquida presente in superficie riesca ad accumularsi in grandi bacini. Tuttavia, in relativamente piccoli invasi localizzati sarebbe quantomeno           plausibile. Non dobbiamo ignorare e/o escludere la possibile azione distruttiva del vento solare, dei raggi UV unite alla presumibile scarsità di ozono nell'atmosfera (*). Ci rendiamo perfettamente conto che tutto questo rappresenta un quadro poco "affascinante" e inadatto a stuzzicare le nostre fantasie. Qualora la pressione atmosferica raggiungesse valori massimi di 90-100 millibar, specialmente nelle zone situate sotto il punto dato, è plausibile che l'acqua bollirà a poco più di 50° C. Ma sappiamo pure che le temperature di Marte non superano mai (così ci viene comunicato) i 30°C d'estate ed al suolo (nelle aree equatoriali). Ci chiederemmo allora da dove abbiamo tirato fuori questo presunto valore di 90-100 millibar. Esso arriva dalle rilevazioni astronomiche effettuate da Terra fino alla fine degli anni 50 del secolo scorso (peraltro ritenuti attendibili). Se dunque la pressione dell'aria di Marte arrivasse a toccare i 90-100 millibar al suolo forse potremmo intravedere formazioni d'acqua liquida di modeste dimensioni e di relativamente più lunga durata. L'acqua infatti inizia ad evaporare sempre molto prima del suo punto di ebollizione. Un'altra soluzione sarebbe possibile nel caso l'acqua fosse ricca di sali o di altre sostanze capaci di mantenerne i legami molecolari anche a pressioni e temperature molto basse. Su questo punto, in effetti, esiste un discreto consenso tra Ricercatori e Addetti ai Lavori, poichè i dati raccolti lascerebbero spazio a tale ipotesi. Ma se così fosse, la nostra domanda - facente da titolo a questo articolo - acquisterà ancor più valore: nella regione di Aram Chaos c'è veramente acqua oppure si tratta di qualche altro liquido? La scoperta del dicembre 2006: "C'è acqua abbiamo le prove!" Nella regione di Aram Chaos c'è veramente acqua oppure si tratta di qualche altro liquido? La risposta a questa intrigante domanda è, ad essere onesti, alquanto complicata. Non è per cattiva volontà, scetticismo demenziale o negligenza sulla raccolta dati. Il problema è riassumibile in tre semplicissime parole: MANCANZA DI DATI COMPLETI. Quegli stessi dati che ci avrebbero permesso di applicare la medesima metodologia adottata dalla NASA lo scorso anno, allorchè vennero presentate al Pubblico le "prove" circa la presenza di acque superficiali. Cosa è accaduto nel frattempo, dal 2001 al 2005? Stando alla "sensazionale" scoperta resa nota al Pubblico a fine 2006, finalmente giunsero le prove certe che l'acqua su Marte poteva sgorgare dal sottosuolo in forma liquida, avendo tra l'altro tempo a sufficienza per scavare qualche canale nel terreno sabbioso. Quello che ci aveva divertito fu il consueto - ed immancabile - "Coro Mediatico" generalizzato, costituito dai mass media radiotelevisivi, cartacei e web, i quali intonarono all'unisono la grande notizia tanto attesa. Noi, d'altro canto, avevamo scelto di non partecipare a tale stucchevole sceneggiata, ma ci eravamo messi - per così dire - in "stand-by", aspettando un momento più appropriato per riprendere l'argomento. Ed il momento è infine arrivato. Cosa è accaduto nel frattempo, dal 1999 al 2005? Come molti Lettori sapranno benissimo, la Mars Global Surveyor aveva un orbita polare (come anche le altre sonde), per cui era in grado di monitorare ad intervalli regolari l'intero pianeta. E quindi le aree di Terra Sirenum  (36,6 ° Sud, 161,8° Ovest)  e di Centauri Montes non furono riprese solo ed esclusivamente ad intervalli di anni, bensì di mesi, di settimane e di giorni. Ragioniamo: Il Personale NASA, per convincerci che le prove consistettero in poche immagini su oltre 240.000 scattate dalla MGS, ne rilasciò qualcuna riguardanti la medesima porzione di terreno ripreso a distanza di anni. Va bene, potrebbe anche andare. Ma, scusate la nostra povera ignoranza, dove sono finite tutte le altre immagini che dovevano mostrare quelle stesse aree di Marte? Per caso non ce ne sono? Da un punto di vista strettamente scientifico, e non puramente mediatico o scenografico, una prova davvero convincente si dovrebbe/potrebbe concretizzare allorquando la porzione di terreno in causa viene analizzata sulla base di scatti contigui prima e dopo un determinato intervallo di tempo il più breve possibile, nella fattispecie ci riferiamo alla striscia visibile nel terreno che, secondo il comunicato NASA, sarebbe, con tutta probabilità, acqua. Scientificamente parlando potremmo affermare con ragionevole certezza che quella è davvero acqua (ghiacciata, liquida ecc...) qualora un'eventuale analisi spettrografica, termografica, agli IR o con tecniche radar ecc... ci verrebbe incontro nell'offrire ulteriore supporto. Chiaro? E, ribadiamo, sono indispensabili tutte le immagini immediatamente prima e dopo, le quali mostrino giustamente dei cambiamenti. Dopotutto è la NASA che sostiene la tanto rarefatta atmosfera di Marte, di certo non noi. Quindi, meno aria ci sarà in circolo e tanto più rapidi dovrebbero essere i mutamenti dell'acqua, abbastanza rapidi da impedirle di produrre effetti così vistosi al suolo... Altrimenti, in accoglimento della nostra tesi, vorrebbe dire che c'è abbastanza aria da permettere all'acqua di aver tempo per fluire, percorrere un tratto di terreno, depositare sali e/o altro materiale, infine evaporare (o ghiacciare). Questa invece è una delle poche immagini che, perlomeno, meritano più considerazione, dato che abbiamo una comparazione di mesi e non di anni. Sopratutto sembra mostrare che il possibile flusso d'acqua non scava nuovi canali, ma percorre fessure preesistenti. Cosa potrebbe/vorrebbe indicare? Si potrebbe ipotizzare che l'acqua fuoriesca dal sottosuolo in un modo del tutto simile a quello che si verifica sulla Terra quando in montagna si formano le sorgenti, che poi diverranno torrenti e che poi diverranno fiumi. Con la grande differenza del clima: su Marte l'acqua sgorgante in superficie non avrà abbastanza tempo per mantenersi allo stato liquido, percorrere lunghissimi tratti di suolo ed accumularsi in invasi fluviali lacustri e tanto meno marini. Con tutta probabilità in futuro potrebbe accadere (com'era nel passato). Vogliamo farci altri due conti in tasca? Dal nostro punto di vista questa "scoperta" fu senza dubbio un grande spettacolo mediatico, che però non disprezziamo ingiustamente. Bene o male il Personale NASA si è comportato abbastanza correttamente nel commentare i risultati della "scoperta", e questo ciascuno potrà verificarlo andando a leggersi il materiale pubblicato nel loro sito ufficiale. In altre parole, sebbene tale ricerca non si possa veramente definire obbiettiva, a motivo della carenza di ulteriore documentazione probatoria, abbiamo un esempio discretamente valido di COMPARAZIONE. Ciò che manca per Aram Chaos Ed è proprio questo il nocciolo della faccenda. Come facciamo ad essere certi che quanto "scoperto" dalla NASA sia acqua, sulla base di una comparazione tra immagini aventi un divario di anni? Potrebbe essere invece qualsiasi altra cosa, vi pare? Però almeno un minimo di COMPARAZIONE c'è stata. Lo stesso criterio avremmo voluto adottarlo per analizzare e COMPARARE il terreno di Aram Chaos fotografato dalla MGS e preso in esame anche dal dr. Skipper. Disponendo di qualche altro fotogramma, scattato in altro momento, si potevano allora valutare seriamente parametri del tipo angolo di illuminazione solare sul terreno, differenze di luminosità apparente, prospettiva delle ombre, cambiamenti di stato nelle aree scure, cambiamenti nelle aree chiare adiacenti ed "immerse" nelle parti scure... Se non altro si poteva redigere uno studio già più coerente. Capito? Purtroppo non abbiamo trovato niente! Non siamo stati in grado di individuare nemmeno un frame risalente ad un periodo precedente o successivo agli scatti rilasciati nel sito dell'MSSS. Così qualsiasi studio basato solo su un tipo di immagini rischia di diventare una mera ricerca che dimostrerà sempre tutto ed il contrario di tutto. La NASA ci ha comunicato a fine 2006 una "scoperta" basata su comparazioni, onestamente, discutibili ma, almeno, evidenti. Noi che volevano comparare il terreno di Aram Chaos per fare una ricerca altrettanto degna della loro ci siamo dovuti purtroppo arrendere all'evidenza di una strana ed ingiustificata mancanza di immagini preziose. Non ci sono immagini ne dalla Odyssey, ne dalla Mars Express (ESA) e nemmeno (per ora) dalla Mars Reconnaissance Orbiter. E la cosa più raccapricciante è stata quando abbiamo fatto una ricerca mirata sul sito della Odyssey inserendo le relative coordinate comprese tra 2-3 gradi Nord e 337-339 gradi Est (pari ai 20-23 gradi Ovest della MGS): tutto il materiale disponibile (oltre 60 fotogrammi) praticamente ci girava intorno! Sul sito ESA abbiamo trovato alcune immagini tra cui la consueta ricostruzione 3d, ma niente di particolareggiato. Alcune considerazioni Dovremmo gettare la spugna e lasciare che siano sempre le Istituzioni Ufficiali a servirci "la minestra" e costringerci a mangiarla senza nemmeno un minimo di occhio critico? Non irriverenza e disprezzo, ma solo occhio critico. Ebbene, ci sarebbe un altro mezzo o modo per tentare un'analisi comparativa, anche se rimarrà comunque sommaria e incerta? Forse sì. Aram Chaos non è il solo luogo in cui si riscontrano simili aree scure dall'aspetto fluviale o lacustre. Di terreni particolarmente inscuriti da svariate tipologie di minerali o altri composti (?) se ne trovano a bizzeffe. Basterebbe già prendere in esame la Valle           Marineris, senza andare troppo lontano. In virtù di quanto premesso nei precedenti due punti, faremmo bene a domandarci se i terreni e le aree scure costituiscano un eccezione o piuttosto siano una           regola e, quindi, qualcosa di abbondante su Marte. A questo punto dovremmo valutare seriamente il fatto che non sono soltanto i terreni ricchi di ossido di ferro a caratterizzare la superficie marziana. Se la           dominante cromatica rosso-arancione fosse causata della massiccia presenza di ossigeno fissatosi al suolo (l'antica atmosfera di Marte?), cosa renderebbe           particolarmente scure altre porzioni di terreno? Che cos'è che crea quelle chiazze tanto simili ad invasi acquiferi, anzi, a bacini contenenti un qualche tipo di           liquido scuro? Non sono delle buone ed affascinanti premesse queste? Che dire? Ed ora operiamo un confronto grazie al quale balzerà subito all'occhio l'evidenza di come talvolta il "niente" fa notizia, mentre le cose veramente degne di fare notizia rimangono - chissà perchè - nel silenzio quasi più assoluto:     La nostra riflessione è la seguente: confrontando l'immagine elaborata dal dr. Skipper con quella presentata dalla NASA, quale delle due mostra, semplicemente e all'apparenza, la presenza di acqua? Provate a rispondere. Facciamo un altro ragionamento: cosa avremmo pensato se la NASA ci avesse mostrato le immagini evidenziando i pattern strutturali sul bordo del cratere anzichè la macchia accanto alla freccia? Forse dell'acqua non ci sarebbe passata nemmeno per l'anticamera del cervello... E se Skipper si fosse concentrato sulle strutture pseudo tubolari avremmo, anche in questo caso, pensato all'acqua? Capite perchè occorre sempre mantenere un minimo di occhio critico? Quando l'acqua congela essa diventa solida, dall'aspetto traslucido e di colore grigio-biancastro. L'immagine qui accanto l'abbiamo colorizzata per coerenza verso il presumibile terreno ossidato.... ma quello che possiamo ben vedere sembra in effetti un enorme lastrone di ghiaccio d'acqua. (Abbiamo colorizzato pure l'immagine sopra a destra). Osservate attentamente un particolare: in entrambi i casi ciò che può sembrare all'apparenza acqua ghiacciata non contraddice la natura effettiva dell'acqua ghiacciata! Nel fotogramma di Aram Chaos accade invece un fatto ben diverso: abbiamo delle grandi chiazze scure. Ma l'acqua ghiacciata non è di colore scuro. Siamo al punto di partenza? Se fosse stata acqua liquida avrebbe dovuto in parte riflettere il chiarore del cielo di Marte (indipendentemente dal colore del cielo, blu o rosa che poteva essere al momento dello scatto). Ne volete una prova indiretta? L'ESA ci onora inviandoci in gran quantità le email che ci tengono aggiornati sulle proprie attività svolte. Tra le numerose spiccano quelle dedicate all'osservazione satellitare del Pianeta Terra. Questa che vedete risale al 30 agosto 2007 ed è relativa ai disastri che la Grecia ha recentemente subito, causa gli incendi boschivi. Un evento doloroso (60 morti) e vergognoso! Dunque, stavamo ragionando sul fatto che il mare (acqua liquida) riflette in parte la luce diffusa del cielo. Lo vedete? Nella versione originale a colori non ci sono dubbi: il mare appare con tonalità di blu. Adesso osservate bene la versione in B/N che abbiamo realizzato: il mare appare indiscutibilmente con tonalità di grigio. Non appare nero o estremamente scuro, ma grigio. L'acqua liquida si comporta parzialmente da specchio e riflette la dominante cromatica del cielo. A questo punto ci sembrerebbe davvero superfluo produrre un elaborato con tonalità cromatica simile alle immagini del dr. Skipper... il risultato sarebbe il medesimo: otterremo un mare sempre grigio misto alla dominante giallognola. Oltretutto, non disponendo di fotogrammi a colori naturali e veri della superficie di Aram Chaos, non abbiamo idea di come effettivamente dovrebbe apparire il "lago". ma la nostra impressione è che, comunque, sarà sempre  e sostanzialmente nero. E così anche la comparazione con immagini di certa provenienza terrestre e mostranti la reale apparenza dell'acqua liquida ci hanno offerto un ulteriore indizio che quegli invasi scuri di Aram Chaos potrebbero non essere esclusivamente pieni d'acqua ma (forse) da qualche altro liquido o qualcosa del genere. E allora cosa potrebbe essere quella "sostanza" dall'aspetto quasi nero e dall'apparente consistenza di un liquido? (Immagini: Credits ESA). Skipper diceva che le strutture pseudo tubolari si "immergono" in quella sostanza (che lui dice essere acqua). E in questo potrebbe avere ragione. Notate però che il terreno immediatamente adiacente sembra invece "inzuppato" di quella sostanza scura. E quindi, per ovvia deduzione, non dovrebbe corrispondere ad acqua, e quel terreno "inzuppato" non dovrebbe essere (almeno in linea teorica) fango d'acqua. Anche questi due estratti del frame R2200155-9 ce ne danno ulteriore indizio. Skipper sostiene che quella è acqua poco profonda nella quale si possono intravedere i fondali. Se invece osservate attentamente si comprende fin troppo bene che non si tratta di fondali, ma di terreno ancora una volta "inzuppato" dalla medesima sostanza scura la quale, nell'altro otogramma, appare estesa in superficie. Quelle che sembrano fondali sono le ombre proiettate dal medesimo terreno. Ma allora cosa potrebbe essere? In questo articolo abbiamo messo in chiaro tutta una serie di premesse, peraltro abbastanza ragionevoli, sufficientemente esplicite per stabilire che l'acqua superficiale di Marte non può permanere che per un periodo relativamente breve (ovviamente non così breve come asseriscono le Fonti Ufficiali). Abbiamo stabilito che solo in presenza di elementi disciolti in essa, l'acqua riuscirebbe a rimanere liquida per periodi più lunghi. Ed abbiamo fatto, al meglio delle nostre possibilità, alcune comparazioni. Andando per eliminazione, ed escludendo tutte le possibilità e le impossibilità, rimangono ben poche soluzioni al dilemma. Quella sostanza scura visibile nelle immagini di Aram Chaos dovrebbe o potrebbe essere un composto viscoso, diciamo denso, molto affine ai nostri idrocarburi. Nella fattispecie esiste una possibilità che stiamo osservando un esteso affioramento di idrocarburi, probabilmente di petrolio. AGGIORNAMENTO - L'articolo in questione risale all'anno 2007. Cosa è cambiato nella nostra concezione dell'ambiente marziano in questi tre anni? A tal proposito vi suggeriamo la lettura del libro "CONTROVERSIE SPAZIALI". Ciò nonostante, brevemente, possiamo affermare quanto segue: 1) la possibilità che su Marte vi sia acqua liquida è da noi ampiamente supportata. 2) Ribadiamo però che attualmente su Marte crediamo non vi siano condizioni tali da permettere all'acqua di accumularsi in vasti bacini. 3) Poichè lo spessore dell'atmosfera marziana è minore rispetto a quello della Terra riteniamo che non vi siano le condizioni ideali per lo stabilirsi di un     ciclo dell'acqua identico a quello terrestre. Il problema, in conclusione, non è tanto legato al possibilismo, ma a fattori strettamente "fisiologici" dell'ambiente marziano. Anche nella migliore delle nostre ipotesi non potremmo di certo spingerci oltre certi limiti, rischiando di offrire ai nostri Lettori informazioni fuorvianti solo per il gusto di compiacere determinate teorie forse un po' troppo fantasiose e poco realistiche.