30 agosto 2010

È stata annunciata la X European Mars Society Convention

22- 23 ottobre 2010
PIAP Conference Center, Aleje Jerozolimskie 202, Varsavia, Polonia

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23 giugno 2010 - Sul numero di mercoledì 23 giugno del quotidiano La Stampa è stata pubblicata l'intervista a Robert Zubrin realizzata da Antonio Lo Campo nel corso della IX European Mars Society Convention tenutasi ad ottobre.

''In quattro a spasso su Marte'' - Intervista a Robert Zubrin

ANTONIO LO CAMPO - "Si deve puntare alla conquista umana di Marte. Si tratta anche di una ragione culturale: oggi abbiamo bisogno di una nuova meta e di una nuova frontiera come quella della Luna, lanciata da John Kennedy nel 1961". Parola di Robert Zubrin, considerato l'uomo che ha ereditato da Werner von Braun i sogni per posare il piede sul Pianeta Rosso.

dr. Robert Zubrin

"Marte - spiega - è un pianeta straordinario, il più simile al nostro per il suo passato, e non ci ha ancora svelato molti dei suoi segreti, compresi quelli sulla vita. L'entusiasmo che susciterebbe una missione simile non avrebbe precedenti". Ex ingegnere capo alla Lockeed Martin e fondatore della societa' di ricerca "Pioneer Astronautics", è presidente di "Mars Society Usa", l'organizzazione internazionale che vuole convincere opinioni pubbliche, esperti e governi che ciò che è considerato difficile e costoso è in realtà possibile. La fama arriva negli Anni 90, quando presenta uno studio per inviare in tempi brevi un equipaggio su Marte - denominato "Mars Direct" -, e da allora la sua campagna prosegue senza sosta. La missione - spiega - è fattibile e, punto fondamentale, con le tecnologie attuali, come ribadisce nella versione italiana del suo libro "The case for Mars", che si avvale di un'introduzione di Arthur Clarke.

 

 

Ingegnere, il presidente Barack Obama ha spento molti sogni della Nasa, sia lunari sia marziani. Per lei è un brutto colpo, non è così?

"E' chiaro che tutto dipende dalla volontà politica. Eppure, se decidessimo di andare oggi su Marte, potremmo arrivarci entro un decennio e con i mezzi di oggi. Un razzo vettore della capacità del Saturno 5, come quello per i voli Apollo, sarebbe sufficiente: l'Ares 5, in via di progettazione, è un razzo di quella classe: ne basta uno così per spingere su Marte un carico automatico di 45 tonnellate. Due anni dopo, con un carico identico e un razzo dello stesso tipo, possono partire 4 astronauti, a bordo di un'astronave che permetterà la discesa sul pianeta. L'equipaggio troverebbe un habitat già pronto, che diventerà l'astronave per il ritorno".

E il carburante?

"Sarà stato prodotto dal veicolo stesso, su Marte: è il ''segreto'' di ''Mars Direct''. Portarsi dietro, fino a Marte e ritorno, tutto il carburante sarebbe troppo complesso".

Quanto dovrebbe durare il viaggio del mezzo "abitato" e quanto costerebbe la missione?

 "Sfruttando le finestre di lancio, cioè il momento in cui Terra e Marte si trovano nella posizione più vantaggiosa, l'andata può durare 6-7 mesi, mentre per la permanenza sul pianeta bisogna valutare 2 opzioni: di qualche settimana o di un anno e mezzo. Naturalmente le 2 opzioni richiedono tipi diversi di rifornimento e attrezzature logistiche differenti. Quanto al costo, prevedo 60 miliardi di dollari per la prima missione e 20 per le successive".

Che tipo di motori si dovranno usare: "tradizionali" o di nuova concezione?

"Bastano quelli oggi in uso, chimici, aumentandone l'efficienza. Realizzare un propulsore nucleare richiederebbe troppo tempo. Ma sul modulo da spedire prima degli astronauti potrebbe essere montato un piccolo reattore nucleare, accanto a un carico di idrogeno. Così, sfruttando l'atmosfera marziana, si produrrà il propellente, metano e ossigeno liquido, necessario all'astronave per il ritorno".

Immaginando di partire a breve, quali sarebbero i problemi ancora da risolvere e, soprattutto, i rischi?

"Partire per Marte entro un decennio comporterebbe meno rischi della prima missione Apollo sulla Luna, quando le tecnologie dell'epoca non erano in grado di garantire alti livelli di sicurezza. Certo, anche tentare lo sbarco su Marte non sarebbe uno scherzo, ma credo che saremmo comunque in una condizione di sicurezza. I problemi da risolvere, piuttosto, riguardano la schermatura dell'astronave abitata, durante il passaggio di regioni dello spazio attraversate da forti radiazioni".

Molti esperti ritengono che i problemi siano maggiori.

"Quando Colombo partì per le Americhe, lo fece con mezzi della sua epoca, molto spartani. Ma erano gli unici. Avrebbe potuto aspettare o lasciare l'avventura alle generazioni successive, ma lui si imbarcò nell'impresa perchè, prima o poi, qualcuno doveva riuscire. E' questo lo ''Spirito di Ulisse'' che contraddistingue da sempre la conquista dello spazio".

E l'idea di utilizzare la Luna come tappa?

"Sono favorevole al ritorno sulla Luna, ma utilizzarla per andare su Marte non sarebbe conveniente".

I fondi, comunque, sono stati tagliati. A Washington, in realta', si guarda altrove.

"Quando Kennedy annunciò nel 1961 che gli Usa sarebbero andati sulla Luna entro un decennio, le motivazioni politiche erano molto forti. Ma quel momento era ben peggiore rispetto a oggi. E la Luna veniva considerata come un sogno, quasi irraggiungibile, un po' come oggi è Marte. E, invece, la sua conquista è possibile, anche grazie alla cooperazione internazionale. Sarebbe un evento straordinario, capace di unire tecnologia e coraggio".

Per informazioni:

sito web: http://archivio.lastampa.it

email: [email protected]

Pubblicazione: [23-06-2010, TUTTOSCIENZE, NAZIONALE, pag.29] - Sezione: TUTTOSCIENZE. Autore: LO CAMPO ANTONIO

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