Purtroppo assistiamo in questi giorni all'ennesima drammatica vicenda di come gli elementi climatici del nostro pianeta si manifestano in tutta la loro energia e potenza distruttiva. Abbiamo ritenuto opportuno prenderci un attimo per riflettere su questi tristi eventi e ricordarci quegli aspetti che spesso, vuoi per un motivo o per l'altro, lasciamo passare in secondo piano. Naturalmente non si vuole fare del campanilismo pro-USA, perchè l'uragano abbattutosi in questi giorni, sebbene violento, è solo uno dei molti cataclismi che colpiscono l'intera umanità. Basti ricordare lo tsunami che ha seminato morte e distruzione lo scorso dicembre 2004 nell'oceano Indiano. Da tali drammi occorre trarne delle lezioni e degli insegnamenti fondamentali per ciascuno di noi. 

Non ci soffermeremo comunque sugli aspetti tecnici degli uragani, peraltro complessi; chi volesse approfondire potrà collegarsi al sito www.fenomenitemporaleschi.it il quale offrirà maggiori informazioni in merito. Il motivo per cui abbiamo pensato di dedicare due righe a questa triste circostanza è ribadire quanto sia preziosa ed inestimabile la vita che pullula in questo pianeta, sia essa umana, animale o vegetale, e crediamo non vi siano parametri per quantificarne e/o monetizzarne in modo arbitrario il valore. La perdita di vite umane durante tali cataclismi è sempre una cosa sgradevole. Lo è in tutti i casi. Ma adesso dobbiamo fare i conti con la nostra stessa Dimora Cosmica: la Terra.

E' vero che l'esplorazione del sistema solare è estremamente affascinante e ci lascia con il fiato sospeso, specie quando siamo sulla soglia di compiere scoperte importanti. Tuttavia potrebbe persino risultare futile andare alla ricerca di microbi su altri pianeti nel mentre continuiamo a vedere la vita sulla Terra annientata da eventi in parte aggravati dalla poca saggezza dell'uomo. In questi ultimi anni molti scienziati hanno avanzato varie ipotesi per tentare di spiegare il perchè la nostra Terra sembri affetta da una sorta di "malattia climatologica". Ed è abbastanza unanime il convincimento che l'attività umana stia producendo sottili, ma evidenti mutamenti del clima globale. 

La nostra opinione è che, oltre all'incuria umana, vi siano altri fattori concomitanti ai cambiamenti climatici tra i quali, in primis, lo spostamento precessionale delle stagioni. In sostanza, da quando la Terra ha acquisito il movimento di precessione degli equinozi, l'inizio di ogni stagione a rigor di termini non ha mai coinciso esattamente con il giorno astronomico conosciuto. Naturalmente si tratta di scarti minimi se valutati su scala di pochi anni, ma sommandoli su migliaia di anni si otterranno spostamenti molto rilevanti.

Basti pensare che l'anno siderale ha uno scarto di circa 20 minuti rispetto all'anno tropico. Basandoci sui nostri attuali calendari, nella nostra epoca l'estate inizia il 21 giugno e l'inverno il 21 dicembre ma, poichè l'asse terrestre ruota in modo simile ad una trottola, queste date col tempo cambieranno. In epoche passate l'inizio della primavera potrebbe non essere stato l'equivalente del nostro 21 marzo, ne tanto meno l'autunno il 21 settembre. Tuttavia questo non comporterebbe niente se l'orbita terrestre fosse un cerchio perfetto.

Dal momento che la Terra descrive un'orbita leggermente ellittica, la sua distanza dal sole varia di circa 5 milioni di km fra afelio e perielio. Ed è proprio questo il nocciolo della questione: non è in se la posizione dei solstizi a cambiare, ma l'orientamento dell'asse di rotazione, per cui le temperature medie potrebbero subire lievi "sfasamenti" rispetto la media stagionale. Naturalmente ci rendiamo conto che questa è un'ipotesi probabilmente irrilevante; tuttavia entro certi limiti potrebbe fornire una parziale spiegazione delle piccole fluttuazioni climatiche globali (fluttuazioni che però si traducono in eventi talvolta devastanti). Restano purtroppo molto più accreditati l'attività umana indiscriminata nello sfruttamento delle risorse terrestri e l'inquinamento atmosferico.

Effetto boomerang - La Terra è sferica. Di conseguenza qualsiasi iniziativa (dannosa) volessimo intraprendere inizialmente ce la ritroveremo, alla fine, dietro la schiena, amplificata all'ennesima potenza. Se crediamo di poter continuare a sfruttare le risorse terrestri senza scrupoli verso niente e nessuno, i costi per riparare ai danni arrecati saranno tali che non ci sarà alcun profitto che possa tenere il passo. 

Ragionando sull'evento Katrina, il governo americano dovrà sostenere ingenti costi per intervenire alle conseguenze dell'uragano appena abbattutosi. E, conoscendo l'area geografica, non è da escludere che altri simili eventi si abbatteranno in futuro. Il prezzo in vite umane è stato ben rilevante; i danni economici sono incalcolabili e i soldi per riparare i danni, in un modo o nell'altro, dovranno essere sborsati.

Per far fronte ai colossali costi dovuti alle catastrofi climatiche occorreranno molti soldi. Ma il denaro, stando alle leggi che governano l'economia mondiale, non è un mezzo che si possa inventare indiscriminatamente. La domanda ovvia che ci poniamo è se tali disgrazie potrebbero recare ulteriori ritardi e tagli ai progetti che la NASA ha per i prossimi anni. Difficile a dirsi così su due piedi. Lo sapremo man mano che passeranno questi mesi, o anni. E' chiaro che il governo americano ha il dovere di provvedere alla popolazione sottoposta a tale calamità. Ed è più che giusto che si dia la precedenza assoluta ai bisogni fondamentali delle popolazioni disagiate.

Da un punto di vista umano occorre mostrare un giusto atteggiamento di rispetto e solidarietà verso queste persone. Sperando che non accada mai, un giorno potremmo trovarci noi in tali circostanze. Dopotutto anche in Italia sovente si abbattono eventi climatici abbastanza dannosi (oltre ai terremoti). Dopotutto i cambiamenti climatici non sono solamente prerogativa degli USA, ma di tutto il pianeta, Europa ed Italia comprese.

Perciò, ancora una volta, mentre coltiviamo il nostro appassionato interesse verso l'esplorazione del sistema solare, e di Marte in particolare, non dimentichiamo mai la nostra autentica natura umana, fragile e forte alo stesso tempo. Non dimentichiamo che si può discutere, dibattere, essere d'accordo o non essere d'accordo, possiamo bonariamente "scannarci", ma poi dopotutto siamo uomini dotati di fondamentali bisogni uguali per tutti. Possiamo permetterci di essere buoni e generosi se vogliamo e tenere sempre a mente che la nostra Terra non è un oggetto da trattare con spregio. Altrimenti a che servirebbe cercare i microbi di Marte se sulla Terra moriamo per la nostra stessa stupidità inveterata? A che servirebbe teorizzare se poi non siamo capaci di vivere in sintonia con il nostro stesso ambiente terrestre? A che serve battibeccare con chi non la pensa come noi, se poi finiremo tutti nello stesso posto?

Questo è l'ennesimo augurio di Pianeta Marte.net. Sì alla ricerca scientifica, sì alle ipotesi, al degno dibattito, magari acceso dibattito, ma senza trascurare le cose davvero importanti. Non dimentichiamo la bontà, l'amore per il prossimo, il rispetto per tutti e per tutto.

Ma che ne sarà dell'esplorazione dello spazio? Non è facile da comprendere. Purtroppo i problemi sono davvero tanti da superare: occorre avere molto denaro, occorre fornire le motivazioni per le quali investire nell'esplorazione dello spazio. Serve collaborazione da parte di tutti coloro che sono a favore di tali prospettive, ci vuole coscienziosità per non incappare in tragedie come quella del Challenger, nel 1986, e quella recente del Columbia. La NASA ha ancora una volta dovuto fare marcia indietro quando il Discovery manifestava problemi allo scudo termico; ed è accaduto poche settimane fa (riferito alla stesura di questo articolo). Occorrono tecnologie che garantiscano la massima sicurezza per l'uomo e per i progetti da portare avanti. 

Qualora accadrà che la NASA si vedrà tagliare i fondi che serviranno per far fronte a problemi più importanti, beh, cerchiamo di essere pazienti e non irriverenti, inventandoci gli ennesimi complotti occulti che ormai iniziano a stancare. Pensiamo che se fossimo noi al posto di coloro che sono vittime delle calamità naturali saremmo solo contenti di ricevere un pasto caldo e un po' di assistenza. Chissà se inizieremo a capire il valore delle nostre azioni, di come si ripercuotono immancabilmente a nostro stesso danno quando agiamo stoltamente. Forse, se avessimo agito con la giusta attitudine, Marte lo avremmo già raggiunto da molti anni. Invece siamo ancora qua a piangere sul nostro stesso latte versato.

Immagini che testimoniano il disastro provocato dall'uragano Katrina. Spazzata la città di New Orleans; migliaia di morti e altrettanti feriti, sfollati e senzatetto.

Forse la sorpresa è grande come un braccio di spirale della nostra galassia!

Agosto 2006. Mentre è in corso la Convenction "Genesis" presso il Comune di Albissola Marina (SV), si stava discutendo, in un momento di pausa, del problema "Riscaldamento Globale". Forse potrà sembrare strano, ma è possibile che il Sistema Solare dovrà fare i conti con la nostra stessa Galassia alla quale apparteniamo.

Sebbene siamo posizionati un una regione relativamente "tranquilla", è vero anche che il moto del Sistema Solare oscilla sul piano galattico. Cosa implica tutto ciò? Nonostante il fatto che la densità della materia sia pur sempre bassissima, attraversandola, ne attrarremo ingenti quantità. Inoltre esiste una possibilità di esser sottoposti ad un maggiore bombardamento di raggi cosmici, i cui effetti potrebbero essere tutt'altro che trascurabili. Ci chiediamo se, per esempio, la somma di queste radiazioni cosmiche sia sufficiente a modificare il delicato equilibrio di un pianeta come la Terra. Difficile da dimostrare allo stato attuale. Però...

A quali conseguenze andremmo incontro? Se volessimo essere onesti (e lo ribadiamo) possiamo solo formulare delle ipotesi, per quanto plausibili: forse gli atti distruttivi verso la Terra costituiscono la parte di un insieme di cause quantificabili come "un problema di natura interna e di natura cosmica". Una volta sommati tutti ci troveremmo dinnanzi a qualcosa di assai più grande di quanto potremmo immaginare. Il che complicherebbe la situazione, già di per se, poco divertente...

Se davvero siamo in procinto di attraversare una zone a maggior densità del braccio di spirale della nostra stessa Galassia dovremmo pensare a come difenderci dall'aumento dei raggi cosmici e dai loro sgradevoli effetti sulla vita. Ma come difenderci? Quali mezzi tecnologici potrebbero creare una specie di barriera, atta a bloccare queste pericolose radiazioni, senza però creare ulteriori danni?

L'effetto serra che oggi si ritiene prodotto dall'aumento del CO2, dovuto all'intervento nocivo ed incauto della razza umana, è davvero una reazione innescata da tale processo?

Ragioniamo in altri termini. Se la Terra fosse maggiormente coperta dalla vegetazione non otterremmo sia un apporto di CO2 durante la notte e un eguale apporto di O2 nella parte illuminata dal Sole? Non equivarrebbe ciò ad un equilibrio naturale? Dunque, avremmo realmente un aumento dell'effetto serra oppure un naturale bilanciamento operato entro la biosfera terrestre?

Domande che dovrebbero aiutarci a comprendere quanto gli equilibri biologici siano davvero delicati e suscettibili dei mutamenti esterni. Ma potremmo anche domandarci se la vita sia dotata di meccanismi biogenetici capaci di rendere le varie forme vegetali o animali entro certi limiti adattabili a tali cambiamenti; qualcosa di simile ad un potente software dotato di numerose variabili e scelte logiche, grazie alle quali ogni essere vivente trasmetterà ai suoi figli le necessarie informazioni per avviare l'adattamento. Oppure potremmo chiederci se, quali prodotto della cieca Evoluzione, davanti ad un cambiamento importante (a prescindere dalla rapidità o meno) ci estingueremmo, punto e basta.

E se invece fossimo il prodotto di un atto creativo? Come mai il nostro Sistema Solare, apparentemente progettato ad hoc per ospitare la Terra e la Vita, sembri non essere in grado di difendere al meglio il nostro pianeta? Non potrebbe essere che le condizioni ideali abbiano subito alterazioni provocate da un qualche fattore più o meno sconosciuto?

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