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E’ di questi giorni (tardo
Settembre 2006) la notizia che parrebbe smontare, in maniera definitiva,
il Mito di Cydonia Mensae (una splendida ed enigmatica – ma non
più di tante altre… – Regione Marziana) con la sua “Sfinge” (conosciuta
anche come la “Faccia di Marte”) e le sue “Piramidi”. Voi penserete che stiamo dicendo questo alla luce delle “immagini” (!) ESA di recente rilascio al Pubblico…Ma non è così! Non è così perchè, innanzitutto,
la Leggenda della Sfinge di Cydonia aveva già ricevuto una
pesantissima spallata da una serie di frames orbitali Mars
Global Surveyor-Mars Orbital Camera (MGS-MOC)
qualche anno fa e poi perchè – ed ormai dovreste saperlo bene - l’ESA
NON rilascia al Pubblico delle immagini vere e proprie, come abbiamo già
detto e scritto 1000 volte, ma delle semplici – nonché falsissime ed
orribili – ricostruzioni digitalizzate (ora in 3D ed ora no) di
(presunte) immagini orbitali ottenute dalla Sonda Mars Express. Dunque non è stata decisamente l’ESA
a dare la (definitiva) “spallata” a Cydonia nè, tanto meno, ad aver
convinto noialtri della inconsistenza della “Faccia di Marte“. Giudizio troppo severo? Giudicate Voi stessi: andate sui Siti ESA dedicati alle Missioni Marte, Venere e Luna (SMART-1) e poi pensateci sopra. Ma torniamo alla “Sfinge“. A noi sembra piuttosto evidente
che alla maggior parte degli Studiosi e dei Ricercatori i quali si sono
occupati di Marte in generale e degli Enigmi di Cydonia Mensae
in particolare abbia fatto soprattutto difetto – e scusateci per
l’ardire – il Buon Senso. Proseguiamo: la datazione della
Sfinge di Cydonia e delle Piramidi è, ovviamente,
incerta, ma un’ampia serie di esami effettuati tramite la strumentazione
di bordo delle navicelle che hanno orbitato ed orbitano intorno al
Pianeta Rosso (dai Viking Orbiters a Mars
Express, appunto – e senza dimenticare il Mars Global
Surveyor) ci dice che i rilievi superficiali in questione
potrebbero avere un’età compresa fra gli 800 milioni ed il miliardo di
anni. Quanto tempo è bastato per sfigurare abbondantemente la Sfinge di El-Giza e le splendide Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino? Poco. Ora, che cosa distinguerebbe i “Monumenti”
di Cydonia da quelli di El-Giza (a parte la localizzazione)? Ora, basta questa semplicissima considerazione per rendersi conto di quanto sia intrinsecamente assurda ed improponibile tutta la storia di Cydonia: ma quale pietra (!) lavorata, infatti, potrebbe mai resistere – con tutto il rispetto per l’eventuale Civiltà che l’avrebbe prodotta ed usata – a quasi un miliardo di anni di azioni distruttive conservando una chiara e determinata (ergo riconoscibile) apparenza (umanoide) esteriore – come ripresa dalla Sonda Viking Orbiter 1 – per poi “sfasciarsi” e diventare di fatto irriconoscibile (vedi i frames NASA-MGS, su tutti) in poco più di 20 anni? Non siamo stati chiari? Ci siamo ora? Che poi una serie di (ribadiamo)
pseudo-Ricercatori e Scienziati – motivati da ragioni di “cassa” e certo
non di “Scienza&Cultura” – si agiteranno come degli ossessi gridandoci
di “Non toccare la Sfinge!” lo diamo per scontato ed assodato. Certo, se si vogliono scrivere libri (facili) per affascinare il Pubblico e poi far quattrini (facili anch’essi), non si può parlare, osservando Marte (o la Luna stessa, o qualcuna delle lune di Giove o di Saturno) di “azioni geologiche erosive”, o di “impatti sequenziali”, o di “venti impetuosi” o, magari, di “affascinanti ed ingannevoli chiaro-scuri”: no, certo che non si può. La realtà, come la NASA stessa oggi (25 Settembre 2006) – ironicamente – dice nella sua Rubrica “Picture of the Day”, “è noiosa”! E allora, per non “annoiare ed annoiarsi” (!), bisogna parlare di “Connessione Terra-Marte”, di “Civiltà Perdute”, di “Opera immortale” lasciata sulla superficie del Pianeta Rosso dagli ultimi superstiti del Grande Cataclisma che lo sconvolse quale mònito ai Visitatori che sarebbero arrivati e che, molto probabilmente, si sarebbero posti domande troppo complesse per trovare risposte comprensibili ed accettabili. Certo: bisogna fare sensazionalismo, soprattutto. Se poi, attraverso questo
sensazionalismo, si concorre anche a banalizzare la Materia, o a
farci ridere dietro dall’Intelligence che controlla la NASA
(e non solo…), o a far passare coloro che studiano (seriamente e con
passione) Marte e tutti i suoi enigmi come dei “mitomani” o degli
“spostati” non fa nulla. Che ne dite, allora, Cari Amici:
Vi sembra che questo scenario che abbiamo cercato di tracciare sia
troppo drastico? Scriveteci e noi, con il tempo, Vi
risponderemo. Le Meraviglie di Marte (e della Luna, di Saturno e così via), credeteci, non si esauriscono mai e, soprattutto, non si esauriscono in tre o quattro (presunte e sempre questionabili) Singolarità (o Anomalìe) di Superficie. E poi, lasciatecelo dire per favore, non serve scomodare – sempre e/o necessariamente – gli Egizi, gli Aztechi, gli Annunaki o chi per essi per guardare con Spirito Informato dentro la Storia (della Terra, di Marte e del Sistema Solare) e dentro la Scienza: in effetti, occorre solo aprire gli occhi e poi, agendo con passione, onestà intellettuale (ahi,ahi,ahi: ma dov’è andata a finire?!?…) e per Amor di Ricerca, basta guardare, leggere e riflettere. E per compiere queste tre azioni, a nostro parere, non Vi serve comunque nè il nostro “imprimatur”, né quello di tanti altri pseudo-Scienziati e pseudo-Ricercatori prezzolati i quali, fra una duna e l’altra e dietro alla forma più o meno bizzarra di qualche collinetta o di alcuni crateri, grazie ad una ottima dose di fantasia, di sfacciataggine e di (lo riconosciamo) “spirito imprenditoriale”, non hanno probabilmente trovato una risposta agli “Enigmi di Marte” (e dell’Universo…), ma di certo hanno dato una bella e consistente sistemata ai loro portafogli. E allora? C’è chi “lavora” per la Gloria (!)
e chi per il “quattrino” (!!): dov’è il problema? – direte Voi – Dov’è
il “gap” del Sistema? Ciò premesso, a questo punto resta solo una cosa da fare: purtroppo, quando chi sa (davvero) tace, occorre, a nostro avviso, restare tranquilli ad osservare, studiare e lavorare, cercando di essere prudenti e rimanendo pragmatici: poi sarà la Storia – quella VERA, e non quella scritta dal “Dio Denaro”… – a giudicare il lavoro fatto. E la Storia, anche se (spesso) lo fa tardi, conferisce (o restituisce) sempre ad ognuno di noi la propria (e la più giusta) dimensione e dignità…
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