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28 gennaio 2009

"IL SISTEMA BINARIO TERRA-MARTE"

UNA TEORIA CHE AVVALORA INASPETTATAMENTE LA NOSTRA


Figura 1. Rappresentazione della teoria del dr. Brad Hansen: Venere e Terra nascono nei bordi dell'anello planetario, mentre mercurio e Marte si formano al suo interno.


Prenderemo in esame lo studio condotto dal dr. Brad Hansen dell’Università di California a Los Angeles, recentemente presentato al Meeting di Long Beach dell’American Astronomical Society. Si tratta di una ricerca che consideriamo straordinariamente affascinante perchè, sotto certi aspetti, avvalora parecchio la nostra "Teoria del Sistema binario Terra-Marte". Ovviamente non la sposiamo del tutto per ragioni che di seguito esporremo, tuttavia ne vorremo ugualmente evidenziare i pregi.

Secondo il dr. Hansen i quattro corpi celesti interni sarebbero nati da un anello di materia più vicino al Sole. Successivamente le forze gravitazionali avrebbero agito nell'assestarne le orbite. L'aspetto, diciamo, innovativo sta nel fatto che i pianeti si sarebbero formati sostanzialmente entro un anello di materia suddiviso almeno in due parti: uno vicino al sole (pianeti interni) e l'altro a maggior distanza (pianeti esterni).

La teoria del dr. Hansen, partendo da un'analisi delle immagini di Mercurio, Venere, terra e Marte in sequenza e dal modo come essi orbitano attorno al sole, si basa su una simulazione computerizzata la quale dimostrerebbe come da un anello planetario vicino al sole due pianeti più grandi avrebbero potuto formarsi, rispettivamente, uno entro il bordo interno e l'altro nel bordo esterno. Dovrebbe essere abbastanza chiaro che il pianeta interno sarebbe stato Venere mentre quello esterno la Terra. La simulazione presuppone che entro l'anello c'era ancora materia dalla quale si formarono sia Mercurio che Marte, allontanati verso l'esterno dal gioco di forze gravitazionali esercitate da Venere e dalla Terra fino a raggiungere le orbite che, da allora, occupano tutt'oggi.

Nella teoria del dr. Hansen c'è spazio pure per la Luna. Come lo stesso scienziato ammette, le caratteristiche geologiche dei pianeti interni dimostrerebbero che essi hanno subito molti impatti con corpi di varie dimensioni, compresa la Terra. Uno di questi impatti fu tale da provocare il distacco dal nostro pianeta di una notevole quantità di materia dalla quale si formò il nostro satellite naturale.

Pregi e difetti di questa teoria

Abbiamo detto che questa ipotesi è straordinariamente interessante perchè avvalora la nostra. Come? Ebbene, si faccia riferimento alla figura 1.

  1. Questa tesi dimostra che i pianeti possono subire delle alterazioni orbitali tutt'altro che trascurabili, eventi certamente abbastanza improbabili, ma non impossibili.

  2. Dimostra, almeno in linea teorica, che Marte (come da noi sostenuto) non occupava affatto l'orbita attuale bensì una molto più vicina al sole, avvalorando persino il modello Velikovsky-Ackerman.

  3. Getta uno sguardo ai sistemi gemellari, concetto peraltro da noi ben supportato e anche da altri ricercatori.

  4. Non preclude affatto la possibilità che Terra e Marte ebbero un periodo di contatto, sebbene noi riteniamo che Terra e Marte si formarono insieme.

  5. Entro certi limiti avvalora anche l'ipotesi del prof. Tom Van Flandern, il quale sostiene che Mercurio fu un satellite di Venere poi sfuggitogli.

  6. Si comprende che l'anello planetario vicino al sole doveva essere estremamente denso, e questo è coerente alla nostra Teoria.

Non condividiamo il presupposto di basare una simile teoria "solo" sull'analisi di immagini delle superfici planetarie e del moto orbitale perchè si rischia di renderla gravemente lacunosa davanti ad ulteriori parametri ben importanti quanto i succitati. Ad esempio: che dire dei campi magnetici e delle rispettive anomalie? Che relazione hanno le irregolarità dell'orbita di Marte e di Mercurio rispetto a quelle di Venere e Terra? Che relazione esiste nelle rispettive composizioni e densità delle atmosfere planetarie? Perchè Mercurio ha una densità media pari a quella di Venere e Terra, mentre Marte invece ha una densità simile a quella della Luna?

Dobbiamo poi tenere conto di un altro fatto per nulla da sottovalutare: le simulazioni si basano sempre su un programma il quale, date una serie di variabili e di opportuni calcoli sequenziali basati su processi iterativi a loop, simula il soggetto della teoria in questione. Quindi, non è tanto un problema di Meccanica Celeste quanto di sapere se un determinato evento sia realmente accaduto, quando, dove e per quanto tempo. Non è certo cosa facile stabilire se Mercurio e Marte avrebbero potuto effettivamente formarsi in un volume di spazio di circa 50 milioni di km di sezione senza considerare che tutta la materia avrebbe potuto essere assorbita dai pianeti maggiori. Peggio ancora, non è detto che le stesse forze gravitazionali avrebbero dovuto necessariamente scalciare Mercurio e Marte agli antipodi l'uno rispetto l'altro. Anzi, sarebbe stato certamente più probabile che Mercurio e Marte, ad un certo punto, avessero incontrato Venere e Terra, subendo rispettivamente la cattura quali satelliti naturali.

Che dire poi del momento angolare dei singoli pianeti? E' un aspetto che, almeno in apparenza, fa a botte con la teoria del dr. Hansen perchè la rotazione dei pianeti, volendo, avrebbe parecchio da dire sulla loro origine e formazione. Inoltre Mercurio ha una struttura tale da farlo sembrare un nucleo planetario senza mantello, mentre Marte sembra quasi un guscio senza nucleo.

Figura 2. Rappresentazione della teoria del dr. Brad Hansen: Venere e Terra rimangono sostanzialmente nelle rispettive posizioni, mentre Mercurio e Marte vengono scalciati fuori.

Due parole vorremmo spenderle sui sistemi gemellari. La teoria del dr. Brad Hansen ha il pregio di farci un po' rivalutare l'idea di due coppie gemelle, ovvero Terra-Marte e Venere-Mercurio. Non è cattiva in se e ben si adatta al nostro modello di Sistema Solare originale. Tuttavia comporta altri problemi che non sono facili da conciliare con la struttura di Mercurio e di Marte, nella rotazione di Venere e nelle composizioni delle atmosfere. Ammettiamo onestamente un certo grado di incertezza...

Figura 3. Rappresentazione di sistema gemellare doppio tra Terra-Marte e Venere-Mercurio.

Nel complesso, riteniamo il lavoro del dr. Hansen molto buono e da approfondire ulteriormente. E' una teoria che avvalora molto la nostra e allarga decisamente quel rigido pragmatismo caratteristico di molte teorie tradizionali sulla dinamica delle formazioni dei sistemi planetari.

 

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