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IN MEMORIA

10 maggio 1941 - 1 ottobre 2007

Lunedì 1 ottobre 2007, all'età di 66 anni, si è spento mio padre, stroncato dal cancro...

 

Un padre di famiglia, un marito, un uomo come tanti, certamente. Ma era mio padre. Ed è giusto che io, suo figlio, ricordi quest'uomo dedicandogli una piccola pagina nel mio sito. Non potrò ringraziarlo mai abbastanza a motivo di tutto ciò che ha fatto per la sua famiglia; d'altronde tutti i buoni padri, nonchè mariti, meritano sempre di essere apprezzati per gli sforzi che riescono a compiere nel corso del tempo adempiendo il loro impegnativo ruolo

Lui, assieme a mia madre, ha diviso e condiviso il mio calvario infantile dovuto al male che colpì i miei occhi e, benchè di tanto in tanto, nel corso degli anni, si è verificato qualche "intoppo di percorso" non è mai fuggito dal proprio ruolo ed ha sempre, alla fine, ritrovato la tranquillità.    

Questa foto gliel'ho scattata l'anno scorso, quando lui combatteva già da molti mesi con il suo brutto male. Quel pomeriggio, mia mamma, mentre stava curando i fiori del nostro giardinetto, mi chiese se gli facessi due foto. Fu una bella idea e così presi la videocamera e, piuttosto che delle "semplici" foro, girai un piccolo filmato.

Finchè i nostri cari sono con noi, beh..., possiamo goderceli. Ma quando se ne vanno l'unica cosa che ci rimane è la memoria ed il ricordo della loro presenza. Nessuno ci privi mai dei nostri cari ricordi! La memoria è come un marchio impresso indelebilmente in noi. Io provo gioia sapendo che molti altri figli, come me, hanno il privilegio e l'onore di ricordare i propri genitori che si sono addormentati nella morte. Ma mi rattristo amaramente quando, purtroppo, altri figli dimenticano presto i loro genitori, peggio se accade da vivi! E non voglio andare oltre... perchè altrimenti occorrerebbe menzionare tanti e troppi drammi familiari che caratterizzano la nostra Società così.... "evoluta".

Mio padre era nato a Ramacca (CT) in piena Seconda Guerra Mondiale. Mi raccontava dei suoi ricordi di primissima infanzia, quando gli Americani arrivarono in Sicilia; una delle prime cose che pronunciò ai Soldati fu "Hello! Biscotti al bambino!" Comunque il dopoguerra risultò essere un periodo duro per tutti, e occorse veramente rimboccarsi le maniche per uscire dalla miseria seminata dalla guerra. Sin da piccolo lui imparò ad essere disponibile nel sostenere i suoi genitori (miei nonni) nelle mansioni di casa... Casa significava anche curare la campagna e gli animali da allevamento che a quel tempo volevano dire mangiare e tirare avanti.

Eppure devo ammettere che non provò mai disprezzo nei confronti del coltivare la terra. Per tutta la sua vita ha continuato a manifestare amore e passione per l'agricoltura. Passione pura e genuina senza finalità economiche. Era suo desiderio, appena raggiunta l'età della pensione, di trovare un posto dove vivere e crearsi un suo spazio per realizzarsi l'orto. E così è stato!  

 Nel mese di dicembre del 2000 ci siamo trasferiti nella nostra attuale casa, situata in campagna ma, fortunatamente, non in luogo isolato. Senza perdere tempo si era da subito messo all'opera e col passar dei mesi i frutti della sua creatività ed inventiva, tutta dedicati alla sua casetta ed alla famiglia, cominciavano a sbocciare...

Il suo tanto desiderato orto, la sua legnaia per conservare la legna da ardere nella stufa, il ripostiglio per gli attrezzi, il battuto per mettere i tavoli dove mangiare d'estate ecc... Certo, mi rendo conto che tutto ciò non è poi così eclatante, in fin dei conti sono cose che qualunque padre e marito dotato di amore e buon senso farebbe se ne avesse la possibilità. Ma oggi proprio queste cose acquistano un significato diverso e speciale: sono l'opera delle mani di mio padre, sono cose che testimoniano la sua vita e presenza, e costituiscono un ricordo tangibile e palpabile con mano. Ricordi da toccare e non solo da vivere ella mente.

Lui amava molto anche i fiori e ci teneva ad avere un bel giardinetto colorato e vivace, ma poi se ne occupava mia madre... dopotutto le era più consono. Non potrò mai dimenticare i suoi spaghetti alla carbonara, il suo sugo e la sua immancabile fettina di mela che era sempre pronto a sbucciarmi a pranzo e cena. Non che non sia capace di sbucciarmi una mela... ma lui era contento di farlo e io altrettanto di mangiarmi la mela che mi sbucciava.... Sì, probabilmente fa sorridere, ma il legame e la relazione tra genitori e figli si vedono e si possono pesare proprio nei gesti più banali ed apparentemente insignificanti...

Nonostante la sua malattia quante volte mi veniva a prendere con lo scooter dalla stazione o mi portava alla stazione per andare io a lavoro! Anche quando faceva freddo lui si prendeva il freddo per non farmi fare 2 km a piedi, dato che io non posso guidare a causa della mia vista... molto molto rarefatta. E quanto si è sacrificato per assistere mia madre costretta a letto per un lungo periodo a causa di una malattia pesante e di un intervento ad una mano....  Come posso io non dare il giusto onore a mio padre che non c'è più?

UN LUOGO DOVE RIPOSARE

Mio padre ha combattuto una battaglia contro il cancro con tenacia e volontà. Ma la vita purtroppo gli aveva riservato una beffa oltre alla sofferenza: a causa di un piccolo infarto che aveva avuto (tra l'altro non lo sapeva nemmeno lui) e di un polmone leggermente atrofizzato dall'asma, lui non sarebbe stato in grado di reggere un intervento sotto anestesia totale per rimuovere la vescica infettata dal male. Ha dovuto andare avanti con la radioterapia... Lascio immaginare l'evoluzione della faccenda...

Purtroppo non ce l'ha fatta! Lunedì sera alle 19, 50 mio padre è morto, ma con una grande dignità. Ha affrontato gli ultimi mesi con una dignità e un'umiltà che io stento oggi a credere. Mai che una volta ha infierito o inveito contro qualcono o che si sia lamentato. Anzi, incoraggiava gli altri e riusciva persino a trovare il lato umoristico dalla sua situazione... Continuava a raccontaci le sue cose di quando era giovane e cantava spesso le canzoni dei loro tempi a mia mamma... Però sapeva che se ne stava andando.

Ho visto il suo volto triste e rassegnato che piangeva sapendo che doveva lasciarci... Ma lo ha sempre fatto con estrema dignità e senza maledire mai nessuno!

ECCO, PAPA' TANTI FIORI PER TE!

TU CHE AMAVI I FORI RIPOSA IN MEZZO AI FIORI!

 

 

Dov'è andato mio padre? Forse in cielo? In qualche sperduta dimensione ultraterrena? E' cessato definitivamente di esistere? Oppure in che altro luogo? La morte fa sgomento e non piace a nessuno (o quasi...). Eppure molti si cullano dietro le chimere delle illusioni, pensando che dopo la morte continuiamo ad esistere chissà dove, forse in cielo, in purgatorio, all'inferno, in altre dimensioni, in un luogo di attesa per la prossima reincarnazione.... Ma in realtà tutti quanti noi esseri umani, nel nostro profondo io, sappiamo dove andiamo alla morte: nel sonno più totale e nell'inesistenza. Altrimenti che logica avrebbe piangere una persona che, in pratica, si è solamente spostata da un luogo terreno ad uno ultraterreno? Dopotutto, se così fosse, sarebbe ancora viva. Mettiamoci allora nei pani di chi è venuto a mancare: se fosse vivo, ma situato in un mondo ultraterreno, e ci osservasse mentre ci struggiamo per la sua perdita, come si sentirebbe, incapace (o impossibilitato) di aiutarci e farci sapere che sta bene?

Purtroppo la religione in genere gioca a scarica barile con la gente e presenta idee contorte e piene di contraddizioni... Mio padre oggi dovrebbe essere vivo chissà dove e, allo stesso tempo, nell'eterno riposo! E' paradossale insegnare la risurrezione dei morti e, contemporaneamente, l'immortalità dell'anima! Mi chiedo anche come sia possibile che una persona, onde redimersi (da cosa?) e/o raggiungere Dio, debba nascere e rinascere dimenticando di volta in volta le vite precedenti: ma alla fine saprà mai di essere esistita? Logica, nient'altro che pura e semplice logica!

Mio padre credeva nella risurrezione, proprio come ci credo anche io! Un 'insegnamento "strano", "antiscientifico" e ridicolo per molti... Che cos'è la morte? Un profondo sonno, temporanea inesistenza, l'opposto della vita. E' interessante allora fare un paragone tra il computer e la nostra vita. Il computer è composto da hardware e software: se io riesco a fare backup dei dati e a preservare il software, nel caso la macchina andasse a pezzi, sarò poi in grado di ripristinare il mio programma esattamente com'era non appena lo reinserirò in un nuovo computer perfettamente efficiente... Ma, sfido chiunque a dimostrare che un software e un backup di dati (magari su CD) possano funzionare da soli!

La vita, tutto sommato, non è così diversa: noi abbiamo l'hardware (il corpo) e il software (il programma del DNA e delle complicate strutture cerebrali). Mentre viviamo noi accumuliamo dati e memorizziamo; noi esistiamo e ne siamo consapevoli, il nostro "io" è. Alla morte tutto ciò che siamo, l'io stesso e il suo backup di dati, si disattivano e tornano alla Fonte della Vita, mentre l'hardware si decomporrà. Avete mai visto la catena di montaggio delle industrie? Se un computer può essere costruito e ricostruito cosa potrebbe impedire alla Fonte della Vita di ricostruire un nuovo "hardware" dove reinserire il "software" e far tornare in vita la persona morta? E' così assurdo? Proprio recentemente abbiamo avuto notizie che siamo quasi grado di creare cromosomi artificiali e programmarli!

La scomparsa di mio padre mi lascia un vuoto enorme. La sua lunga sofferenza ci ha straziato e ogni volta che lo ricorderemo non potremo fare a meno di provare molto dolore per tutto il suo calvario. Ma anche in questo ci ha lasciato uno splendido esempio e un insegnamento di vita. So che lo rivedrò e lo riabbraccerò... a suo tempo.

Vorrei cogliere l'occasione, in questo ambito, per ringraziare di cuore i miei cari Colleghi di Lunar Explorer Italia, in particolare il dr. Gianluigi Barca; inoltre un sentito ringraziamento all'ing. Ennio Piccaluga.     

 

 

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