Sulla serie di comunicati ufficiali NASA che hanno caratterizzato l'estate 2008 non si può certo negare il fatto che esse abbiano suscitato sentimenti contrastanti. Ma purtroppo, come consuetudine, il giornalismo nostrano ha ancora una volta dato prova di possedere la solita e classica attitudine "carpe diem", scadente più che mai e inutilmente sensazionalista, dato che poi l'indifferenza ha sempre la meglio. Per quel che concerne la presenza di acqua su Marte ormai non ci sono più dubbi, semmai ne avessimo mai avuti. Vogliamo approfondire un po' meglio la scoperta del perclorato nei campioni di terreno analizzati dagli strumenti della Phoenix.

Nella data del 5 agosto 2008 la NASA aveva rilasciato un succoso Comunicato Stampa che annunciava la scoperta di sali perclorati nel suolo marziano. Tale ritrovamento non poteva passare in background perchè la presenza di un simile composto chimico comporta delle inevitabili ripercussioni sulla possibilità o meno di vita su Marte. E poichè l'argomento, vuoi per scopi sensazionalistici o per scopi più nobili, ha suscitato un certo interesse, qualcuno ha ben pensato di giocarsi la notizia a ping-pong proponendola in tono positivo ed in tono negativo. In quei caldi giorni d'agosto sui quotidiani web, blog e forum vari si leggevano cose del tipo: "Scoperta sostanza tossica che impedisce la vita", "Sostanza tossica che non impedisce però la vita"; "La presenza del perclorato potrebbe essere addirittura favorevole alla vita"... Che altro dire?

Diamo la parola al comunicato NASA:

"Phoenix Mars mission scientists spoke today on research in progress concerning an ongoing investigation of perchlorate salts detected in soil analyzed by the wet chemistry laboratory aboard NASA's Phoenix Lander. "Finding perchlorates is neither good nor bad for life, but it does make us reassess how we think about life on Mars," said Michael Hecht of NASA's Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, Calif., lead scientist for the Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer (MECA), the instrument that includes the wet chemistry laboratory. If confirmed, the result is exciting, Hecht said, "because different types of perchlorate salts have interesting properties that may bear on the way things work on Mars if -- and that's a big 'if ' -- the results from our two teaspoons of soil are representative of all of Mars, or at least a significant portion of the planet."

The Phoenix team had wanted to check the finding with another lander instrument, the Thermal and Evolved-Gas Analyzer (TEGA), which heats soil and analyzes gases driven off. But as that TEGA experiment was underway last week, speculative news reports surfaced claiming the team was holding back a major finding regarding habitability on Mars. "The Phoenix project has decided to take an unusual step" in talking about the research when its scientists are only about half-way through the data collection phase and have not yet had time to complete data analysis or perform needed laboratory work, said Phoenix principal investigator Peter Smith of the University of Arizona, Tucson. Scientists are still at the stage where they are examining multiple hypotheses, given evidence that the soil contains perchlorate. "We decided to show the public science in action because of the extreme interest in the Phoenix mission, which is searching for a habitable environment on the northern plains of Mars," Smith added. "Right now, we don't know whether finding perchlorate is good news or bad news for possible life on Mars."

Perchlorate is an ion, or charged particle, that consists of an atom of chlorine surrounded by four oxygen atoms. It is an oxidant, that is, it can release oxygen, but it is not a powerful one. Perchlorates are found naturally on Earth at such places as Chile's hyper-arid Atacama Desert. The compounds are quite stable and do not destroy organic material under normal circumstances. Some microorganisms on Earth are fueled by processes that involve perchlorates, and some plants concentrate the substance. Perchlorates are also used in rocket fuel and fireworks. Perchlorate was discovered with a multi-use sensor that detects perchlorate, nitrate and other ions. The MECA team saw the perchlorate signal in a sample taken from the Dodo-Goldilocks trench on June 25, or Sol 30, or the 30th Martian day of the mission after landing, and again in another sample taken from the Snow White trench on July 6, or Sol 41.

When TEGA heated a sample of soil dug from the Dodo-Goldilocks trench on Sol 25 to high temperature, it detected an oxygen release, said TEGA lead scientist William Boynton of the University of Arizona. Perchlorate could be one of several possible sources of this oxygen, he said. Late last week, when TEGA analyzed another sample, this one from the Snow White trench, the TEGA team looked for chlorine gas. The instrument detected none. "Had we seen it, the identification of perchlorate would be absolutely clear, but in this run we did not see any chlorine gas. We may have been analyzing a perchlorate salt that doesn't release chlorine gas upon heating," Boynton said. "There's nothing in the TEGA data that contradicts MECA's finding of perchlorates." As the Phoenix team continues its investigation of the artic soil, the TEGA instrument will attempt to validate the perchlorate discovery and determine its concentration and properties."

http://www.nasa.gov/mission_pages/phoenix/news/phoenix-20080805.html


Modello dello ione perclorato in 2D (sinistra) e in 3D (centro). A destra è visibile un campione di carbonato di calcio. (Fonte: wikipedia.it) 

Per intanto cominciamo con il sottolineare un punto chiave di enorme valore (almeno per noi): il dr. Michael Hecht aveva chiaramente detto che la scoperta dei sali perclorati non avrebbe comportato ne un fattore negativo e nemmeno positivo in relazione alla vita su Marte. Occorreva tempo per valutare il peso della scoperta anche perchè (parole sue) non si poteva di certo generalizzare il contenuto di due cucchiaini da tè di campioni di suolo con l'intero pianeta. Da parte nostra non possiamo che rendere merito ed onore alla saggezza ed il buon senso manifestato da questo scienziato, visto che spesso e volentieri l'attitudine a generalizzare ha creato (e continua a creare) solo confusione.

Un'altra pregevole affermazione del dr. Michael Hecht riguarda proprio i sali perclorati: poichè ne esistono di diversi tipi occorre capire come ciascuno di essi potrebbe interagire nell'ambiente marziano, pur tenendo aperta l'ipotesi che possa essere esistita vita o che ne esista tuttora. D'altro canto le notizie date in pasto al Pubblico dai Mass Media si erano limitate sostanzialmente al perclorato. Attenzione: perclorato e sali perclorati non sono la stessa cosa! Questo modo di fare (dis)informazione ha certamente creato inutili malintesi. A proposito di perclorato e sali perclorati vi invitiamo a rivedervi l'articolo: "La neve di Marte? L'avevamo prevista!" Gli esperimenti allora compiuti avevano dato esiti un po' incerti sull'esatta natura della sostanza rinvenuta nei campioni di terreno, motivo per il quale ci sarebbero maggiori probabilità che si tratti di sali perclorati. Sembra infatti che ad un rilascio di ossigeno non si sia verificato nessun rilascio di gas di cloro.

UNA PICCOLA GRANDE RIVISITAZIONE

Ripetiamo che tutto quanto finora esposto è alquanto incerto e da approfondire ulteriormente da parte degli scienziati, e dovremmo attendere ancora. Tuttavia ci induce a rivedere quanto scritto nell'articolo "La neve di Marte? L'avevamo prevista!", ovvero:

"Ma come si sarebbe trasformato il cloruro di sodio in perclorato? Forse attraverso la dissociazione dell'atomo di sodio e la successiva ossidazione del cloro ....In pratica l'ossigeno precipitò al suolo ossidando tutta la superficie e dando origine a numerosissimi minerali ossidati. L'ematite grigia e l'ematite rossa sono ormai ben conosciute. Dunque il perclorato potrebbe costituire l'eredità di quel sale che un tempo era disciolto nel mare".

Se davvero fossero i sali perclorati a caratterizzare il terreno di Vastitas Borealis piuttosto che lo ione perclorato (ClO4) questo non farebbe altro che avvalorare la nostra tesi sulla modificazione del sale (cloruro di sodio) originale. Nel caso l'ossigeno atmosferico fosse "precipitato" mineralizzandosi e ossidando la superficie di Marte avremmo una plausibile ipotesi che ci spiega come il sale si sia arricchito gradualmente di ossigeno una volta ritiratesi le acque degli oceani, formando così i sali perclorati.

ANCORA UNA VOLTA LI ABBIAMO ANTICIPATI DI 5 MESI?

Sempre a proposito di terreni ricchi di componenti minerali controversi, ghiaccio e altre caratteristiche particolari della cui presenza ne avevamo il sentore sin dall'atterraggio della sonda Phoenix, vogliamo per l'ennesima volta mostrare ai nostri cari Lettori un altro dei nostri atti di anticipazione sui tempi.

A sinistra: Immagine rilasciata in data 8 ottobre 2008 relativa al sol 131 (7 ottobre). Questo fotogramma è stato presentato senza stabilire se trattasi di "true colors", "false colors" o altro. (Credits NASA)

Sotto a sinistra: Immagine in "false colors" rilasciata con meritato orgoglio subito dopo l'atterraggio della Phoenix. (Credits NASA).

Sotto a destra: La medesima immagine sottoposta al nostro processing. Per rinfrescarci la memoria presentammo questo elaborato in data 25 maggio 2008, proprio il giorno dell'atterraggio della sonda! (Credits NASA - additive processing: Pianeta Marte.net)

Osservate attentamente il fotogramma relativo al sol 131 e quello da noi elaborato relativo al sol 1. Che ne pensate?

Vi proponiamo la caption tradotta in italiano dell'immagine relativa al sol 131: "Questa immagine mostra il gelo bianco-bluastro osservata nel terreno marziano adiacente al lander Phoenix ... Si pensa che la ricaduta di gelo continuerà ad apparire nelle immagini mentre l'inverno marziano si approssima ad arrivare". Ed ecco cosa scrivemmo proprio quel 25 maggio: "L'immagine da noi editata ci mostra ancora una volta, un cielo abbastanza sereno dal colore bianco-celeste, probabilmente indice di una considerevole umidità da acqua in sospensione e polveri sottili a bassa e media quota. Notare come il terreno talvolta assuma una colorazione grigiastra emergente dalla polvere arancione..." Il commento NASA parla di gelo bianco-bluastro mentre noi lo abbiamo definito "grigiastro", ma è solo una questione di percezione soggettiva: il colore è identico. Riguardo la caduta e presenza di acqua nella bassa atmosfera basta rivedersi il nostro materiale pubblicato nei mesi scorsi. Non aggiungiamo altro...

Se a distanza di 5 mesi la NASA ha pubblicato un'immagine che sostanzialmente ricalca alla perfezione il risultato delle nostre elaborazioni è davvero notevole. Sopratutto ci fa sorgere spontanee le solite riflessioni sul modo in cui viene presentato Marte al Pubblico e quindi l'inutilità nel perseverare a "tingere" in quello pseudo-colore monocromatico le immagini da terra. Allora siamo noi che abbiamo visto bene oppure si tratta solo di immagini falsate a priori? A questo punto optiamo per la prima soluzione.

TORNIAMO AI NOSTRI PERCLORATI

Condividiamo anche noi il dubbio degli scienziati NASA secondo cui non si sa SE (detto proprio in maiuscolo) la scoperta dei perclorati sia buona o cattiva, mentre non condividiamo affatto quel tipo di giornalismo pseudo-scientifico che si limita a disinformare. A tal proposito vogliamo aggiungere il seguente contributo, decisamente ben redatto, sull'argomento:


Il Corriere.it ha una talpa molto cieca alla NASA - Sul Corriere.it di oggi arriva la notizia che è stato trovato perclorato nel suolo di Marte. Il che è esatto, ma il titolo e l’articolo sono cesellati con considerazioni alquanto azzardate. Infatti secondo Giovanni Caprara la presenza di perclorato su Marte renderebbe più possibile la vita, e che questa affermazione è stata ribadita dalla NASA. E’ vero? E la NASA ha veramente parlato in questi termini? La risposta ad entrambe è NO.

Vediamo allora cosa è il perclorato e cosa hanno detto alla NASA. I perclorati sono sali altamente tossici e altamente ossidanti. Per la salute umana tra l’altro sono pericolosissimi perché interferiscono col metabolismo dello iodio a livello della tiroide creando scompensi ormonali e malformazioni fetali e aborti. I perclorati sono naturalmente presenti in natura sulla Terra e vengono anche prodotti industrialmente per i combustibili di fuochi d’artificio e razzi. E sono onnipresenti. Ma il fatto che sulla Terra ci sia acqua in abbondanza fa sì che il perclorato venga drenato e disciolto al di sotto della superficie del suolo, rendendo il pericolo irrilevante per la nostra salute. Solo in alcune parti della Terra dove non piove mai come nel deserto di Atacama in Cile i perclorati rimangono sulla superficie del suolo rendendo la vita impossibile al 99% di piante ed animali.

Nessun organismo può sopravvivere ad alte esposizioni di perclorato a parte alcuni microorganismi specializzati nella sua trasformazione. Ma infatti sopravvivono nonostante il perclorato, non grazie al perclorato: e questa è una grossa differenza! La notizia è altamente negativa per una futura colonizzazione umana. Proprio perché non c’è presenza di acqua liquida che possa disciogliere nel suolo questi perclorati vivere su Marte sarebbe impossibile per i problemi relativi alla tiroide e alle malformazioni fetali.

Quindi non si capisce come per il Corriere.it questo renda la presenza di vita su Marte più probabile. Semmai il contrario come fa notare un pessimista articolo del Scientific American. Ma sempre Caprara ci dice che la NASA ha fatto queste dichiarazioni. E’ vero? Andiamo nel loro sito.

“Right now, we don’t know whether finding perchlorate is good news or bad news for possible life on Mars.” Traduzione: “Per ora, non sappiamo se l’aver trovato perclorati è una buona o cattiva notizia per una possibilie vita su Marte.” E ancora: “How this perchlorate affects habitability on Mars is certainly a complex question that we don’t have a final answer on,” Smith said. “It really doesn’t limit us in our search for habitability in this icy soil and if we were lucky enough to see some organic signatures we wouldn’t be surprised.” TRAD: “Come questo perclorato possa interferire con l’abitabilità su Marte è certamente una domanda a cui noi non abbiamo una risposta finale.” dice Smith. “Veramente non ci limita nella nostra ricerca di abitabilità in questo suolo ghiacciato e se siamo abbastanza fortunati da vedere qualche traccia di materiale organico non saremmo sorpresi.”

Non saremmo sorpresi perché come constata Smith esistono organismi sulla Terra che possono sopravvivere malgrado i perclorati. Peter Smith in tutte le sue dichiarazioni è sempre cauto, perché ha paura che i giornalisti gonfino notizie o se le inventino prima che i dati possano essere analizzati di nuovo e considerazioni vengano discusse più in profondità dalla comunità scientifica.  “I ask that the media be patient with us,” he said. “Let the science team proceed at a proper pace.” Incominciare un articolo con “La scoperta del perclorato nella zona artica di Marte è una notizia più buona che cattiva.” quindi, considerate le cose dette sopra, mi pare alquanto azzardato.

http://progettogalileo.wordpress.com/2008/08/07/il-corriereit-ha-una-talpa-molto-cieca-alla-nasa/


Ribadiamo che esiste una differenza sostanziale tra il "perclorato" ed i "sali perclorati" in quanto questi ultimi posseggono una base metallica tra i quali sodio, potassio, magnesio, ammonio e litio mentre il perclorato è solo lo ione ClO4. Se al perclorato aggiungiamo l'idrogeno otterremo l'acido perclorico (HClO4). Ed ecco perchè esiste un grande interesse da parte degli scienziati in quanto le interazioni dei sali perclorati nell'ambiente marziano potrebbero dirci molto sulla storia di Marte, oltre che permettere di capire come adattarsi qualora l'uomo raggiungerà il pianeta. Naturalmente, prima che l'uomo si esporrà al contatto con qualsiasi elemento locale sarebbe saggio quantificarne l'effettiva tossicità e verificarne le possibilità di utilizzo per il sostentamento di una stazione permanente.

Riguardo la presenza di acqua liquida, ritenuta dagli scienziati quasi impossibile su Marte, vorremmo rimarcare quanto segue: la capacità di drenare i perclorati posseduta dall'acqua sulla Terra è dato dalla sua enorme disponibilità in superficie e, di conseguenza, dalla sua mobilità. Su Marte il problema non è tanto dovuto alla mancanza di acqua liquida, ma dalla sua pressoché assenza di mobilità, essendo questa sostanzialmente intrappolata nel terreno radente alla superficie o al sottosuolo. Sebbene crediamo che esistano in determinati luoghi del pianeta affioramenti d'acqua, questi non basterebbero di certo a drenare e purificare il terreno da eventuali sostanze tossiche.    

UN PREGIUDIZIO ERRATO SULL'OSSIGENO

Strettamente legato al discorso dei perclorati potrebbe essere un comune pregiudizio sull'importanza dell'ossigeno nei confronti della vita. A dire il vero riteniamo che alla base di quasi tutte le sciocchezze proposte l'estate scorsa si nasconda proprio questo errore dovuto a scarsa conoscenza scientifica. Qualcuno crede che l'ossigeno favorisca la vita, ma è vero esattamente l'opposto: l'ossigeno brucia e sterilizza in quanto favorisce la combustione e lega molto facilmente con moltissimi elementi chimici creando, appunto, gli ossidi. Naturalmente l'uomo e gli animali hanno bisogno di ossigeno senza il quale morirebbero. Questo gas viene utilizzato dall'organismo come comburente nei processi biologici basati sulla chimica del carbonio. Si noti che l'ossigeno prelevato durante l'inspirazione viene poi eliminato durante l'espirazione e non viene trattenuto. Serve come mezzo per produrre energia. Diversamente moriremmo proprio a causa dell'ossigeno!

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