© 2004 - 2011 Pianeta Marte.net - All right reserved “Se è vero che è vero, allora è vero. Se è falso che è vero, allora è falso. Se è vero che è falso, allora è falso. Se è falso che è falso, allora è vero”. Oggi, 20 luglio 2009, ricorre il 40esimo anniversario dello storico atterraggio del Modulo Lunare “Eagle” sul nostro satellite. E, naturalmente, anche noi non potevamo di certo starcene in silenzio mentre tutti parlano di quegli straordinari giorni. Quello che ci rattrista è il constatare come la pedante e deplorevole diffamazione rivolta al Programma Spaziale Apollo non ne voglia sapere di cessare. Chissà, forse la responsabilità andrebbe ripartita un po’ a ciascuno di noi tutti, non tanto perché Autori di tale scempio culturale, ma a causa del trascorrere del tempo e del susseguirsi delle circostanze, fattori che purtroppo ci hanno condizionato al punto da farci perdere il lume della ragione e della nostra stessa memoria individuale. Siamo vittime, divenuti passivi ed insofferenti verso quei mascalzoni che hanno saputo abilmente seminare il dubbio in un modo impietoso e sfacciato. Non solo le giovani generazioni dubitano che siamo stati davvero sulla Luna, ma persino un bel numero di spettatori che nel periodo 1969-1972 guardavano, sentivano e parlavano di quegli eventi facenti parte della cronaca narrata dai telegiornali di tutto il mondo. Colpa della nostra credulità e debolezza di carattere, colpa della nostra ignoranza, colpa della mentalità umana stolta e perversa. L’uomo doveva solamente dimostrare di essere bravo ad andare sulla Luna e basta! Colpa del dio denaro e dell’inveterato amore per la guerra e le lotte fra popoli. Siamo tutti colpevoli di essere un pizzico marionette, privi di identità personale, facilmente manovrabili nei nostri cervelli. Dunque, era tutto falso! Sulla luna non ci siamo mai andati. E nemmeno su Marte: ciò che vediamo sono esclusivamente immagini di deserti terrestri pastrocchiate ad arte! Volevamo questo? Signori, eccoci accontentati! Ecco in quale modo il dubbio distrugge e uccide, perché semina il sospetto e ci mette l’uno contro l’altro su ogni cosa. Gli “astronauti” appesi a fili, le bandiere che sventolano al “vento” lunare, i LEM fatti di cartone, le ombre sconnesse, Neil Armstrong che mentre scende la scaletta gli cade una barra di illuminazione scenografica in testa e gli sceneggiatori che gli vengono in soccorso. Immagini di luoghi terrestri che “miracolosamente” si trasformano in paesaggi lunari. Non ci sono parole! Congratulazioni e complimenti di vero cuore…