© 2004 - 2012 Pianeta Marte.net - All right reserved                                                  Tratto dal CORRIERE DELLA SERA dell'8 dicembre 2005 Lungo 390 metri, è stato scoperto lo scorso anno. Potrebbe colpire il pianeta tra 31 anni ma la certezza si avrà solo nel 2029, quando forse sarà troppo tardi per   tentare di deviarlo.  Si chiama Apophis, è lungo 390 metri e potrebbe colpire la Terra tra 31 anni. È l'asteroide 99.942, già conosciuto come 2004MN4. Gli esperti avevano già dato   l'allarme per un suo possibile impatto con la Terra nel 2029, poi calcoli più accurati lo hanno escluso. Ma nuovi dati ancora più precisi hanno spostato l'allarme a   domenica 13 aprile 2036, che ha la particolarità di essere il giorno di Pasqua. Niente paura, però: le possibilità di impatto disastroso restano comunque basse inoltre   allarmi simili dati per altri asteoridi sono rientrati una volta eseguiti calcoli più accurati sulla traiettoria.  Ricostruzione di come apprirebbe la Terra  vista da Apophis nel 2029   (De Jong, Suzuki /Jpl/ Nasa) Gli scienziati che studiano i cosiddetti asteroidi Neo (Near-Earth Objects, cioè gli oggetti che passano vicino alla Terra) sono un po' preoccupati. Nel corso di un loro   recente incontro a Londra hanno ribadito che non è una questione di «se» un oggetto Neo cadrà sulla Terra, ma di «quando». Anche se non è detto che sia Apophis.   Che, secondo calcoli preliminari, cadrebbe alle 21,20 (ora di Greenwich) in un'area compresa tra l'Arabia e il Giappone, o tra il Madagascar e la Nuova Guinea, o in   Siberia. Secondo altri calcoli colpirebbe l'oceano Pacifico tra la California e le Hawaii. I danni sarebbero comunque ingenti.  In un successivo incontro avvenuto la scorsa settimana, Andrea Carusi, presidente della Spaceguard Foundation, ha detto che un'eventuale missione per modificare   la traiettoria di Apophis dovrebbe essere pianificata ora. L'impatto infatti potrebbe essere terrificante, pari alla potenza di 65 mila bombe atomiche come quella   esplosa su Hiroshima. Nel 2013 si avranno dati più sicuri, ma solo venerdì 13 aprile 2029, quando Apophis (che prende il nome greco del dio egizio del male e della  distruzione Apep) passerà a soli 36.350 km dal nostro pianeta, si avrà la sicurezza se la Pasqua del 2036 sarà il giorno dell'Apocalisse oppure se il Giorno del   Giudizio sarà rimandato a data da destinarsi.   Paolo Virtuani   tratto da Wikipedia l'enciclopedia libera  99942 Apophis (in italiano 99942 Apòfi, meglio noto in passato con la designazione provvisoria 2004 MN4) è un asteroide Near-Earth che ha causato un breve   periodo di allarme nel dicembre 2004, poiché le osservazioni iniziali indicavano una probabilità relativamente alta di collisione con la Terra nel 2029. Tuttavia,   osservazioni aggiuntive hanno permesso migliori previsioni e una determinazione dell'orbita più precisa, che di fatto hanno escluso la possibilità di un impatto con il   nostro pianeta o con la Luna per quella data. L'eventualità di un impatto per il 13 aprile 2036 rimane però ancora tangibile, mantenendo l'asteroide al livello 1 di   pericolo di collisione sulla Scala Torino (dicembre 2005) con una probabilità stimata d'impatto pari a 1 su 6 250.  Perchè interessarci di Apophis? - Sulla scia di  film di successo come "Armagheddon" e "Deep Impact" sembra che la fantascienza voglia trasformarsi in   realtà. Probabilmente qualcuno penserà che film del genere siano stati prodotti allo scopo di fare solo del buon cinema-spettacolo, tanto quanto produrre   "Independence Day" oppure "La guerra dei mondi" (nuova edizione). Invece no: questi film contengono qualche elemento di seria riflessione. L'idea che la Terra   possa subire un impatto con asteroidi o comete non è poi così remota rispetto alla possibilità di subire un'invasione aliena, benchè sappiamo dell'esistenza di un   discreto numero di persone che attendono un imminente evento del genere. E' ovvio però che una cosa è credere a ciò che "non sta ne in cielo ne in terra", mentre   ben altra cosa è valutare prudentemente (e senza esagerati allarmismi) a "ciò che sta in cielo e potrebbe caderci in terra".  Sebbene in merito all'esistenza di numerosi crateri disseminati nei vari corpi celesti del sistema solare vi siano altre spiegazioni oltre a quelle convenzionali, nulla   toglie comunque che diversi d’essi siano stati prodotti effettivamente da impatti. Che poi vi possano essere discordanze e dissensi sulla loro possibile collocazione   cronologica può anche passare ma, in ogni caso, gli effetti non cambiano. Le prove riguardanti impatti di asteroidi e comete esistono abbondantemente. Dunque?  Solo nel settembre 2004 l'asteroide Toutatis ci ha "sfiorati" passando a circa 1.200.000 km di distanza dal nostro pianeta. Inoltre il numero di asteroidi che orbitano   nel sistema solare "interno" (diciamo compreso entro l'orbita di Marte) sono numerosi e, pare, ne vengono scoperti continuamente dei nuovi. Così lo scenario che   circonda il nostro caro Pianeta Terra non sembra proprio molto tranquillizzante.  Per quanto concerne l'asteroide Apophis possiamo dire che esso passerà molto vicino alla Terra (circa 37 000 km) il 13 aprile 2029. Per prima cosa l'orbita  dell'asteroide subirà una consistente deflessione a causa della gravità terrestre; secondariamente la traiettoria orbitale dell'oggetto diverrà molto incerta e renderà   alquanto difficile la predizione di una possibile collisione con la Terra. In pratica, oggi (nel 2006) non siamo in grado di stabilire con certezza che strada prenderà   Apophis nel 2029. Eventuali date (dello scontro) potrebbero essere ad esempio il 13 aprile 2036 (probabilità stimata bassissima), oppure il 14 aprile 2035   (probabilità ancora più bassa) e il 13 aprile 2037. Inutile ricordare che gli effetti di un impatto con Apophis sarebbero distruttivi su un'ampia area locale (320 m di   diametro saranno pochi, ma se pensiamo alla velocità di caduta, alla sua massa e al calore che svilupperà nell'attrito e nell'impatto...). In ogni caso Apophis ci   passerà "vicino" (a circa 15 milioni di km) nel 2013 e nel 2021, rendendo possibili una serie di misurazioni orbitali più accurate.  Niente fine del mondo quindi, ma non c'è da scherzare ugualmente: se Apophis cadesse in Italia, un impatto del genere potrebbe mettere il nostro Paese in serie  difficoltà (naturalmente non lo spazzerebbe via, ma i danni sarebbero gravissimi e ne soffriremmo per parecchio tempo). Basterebbe immaginare cosa accadrebbe   se impattasse su Roma o Milano, grandi città abitate. Così quei film citati prima potrebbero sottilmente contenere un messaggio di sensibilizzazione rivolto a tutti,   sopratutto a coloro che hanno i mezzi per fare "qualcosa" prima che il "qualcosa" farà a noi.  Si penserebbe di inviare un trasponder radio per monitorare la traiettoria dell'asteroide; si penserebbe anche ad una missione atta a deviare la traiettoria   dell'asteroide, ma occorrerebbe agire prima che esso sia troppo vicino da rendere inutile qualsiasi intervento. Bisogna fare i conti infatti con parametri orbitali per   ora sconosciuti: per esempio, un asteroide avente una forma irregolare subisce attrazioni differenti dal sole a seconda della massa maggiore che ruota rispetto a   quella minore. In pratica la densità di un simile oggetto non è propriamente uniforme (si consideri invece un pianeta). Questo è l'effetto Yarkovsky. Ma occorre   stabilire il punto e il momento più adatto a tale tentativo, che va preparato in grande anticipo.   Per chi volesse approfondire questo argomento suggeriamo la consultazione dell'articolo disponibile sul sito dell'Unione Astrofili Italiani a questo indirizzo:   http://www.uai.it/index.php?tipo=A&id=993. La presenza di planetoidi nel nostro sistema solare è un dato di fatto incontestabile. Abbiamo una fascia di tali oggetti tra le orbite di Marte e Giove; abbiamo una   seconda fascia oltre l'orbita di Nettuno (la fascia di Kuiper) che però è un po' incognita, essendo lontana, poco illuminata dal sole e vastissima (in quanto a volume   di spazio). Infine potremmo anche menzionale la Nube di Oort, che tuttavia resta ancora avvolta nel campo delle ipotesi, ma ritenuta la "depositaria" delle comete a   lungo periodo. La vera ciliegia sulla torta appartiene però agli asteroidi (e le meteoriti) che gravitano entro i nostri paraggi: essi intersecano molto spesso le orbite di   Mercurio, Venere, Terra e Marte; hanno traiettorie non del tutto regolari, sono facilmente influenzabili dai campi gravitazionali dei pianeti "terrestri" e/o dal sole   stesso, ruotano su se stessi in modo anomalo e bizzarro e potrebbero trasformarsi in micidiali "bombe cosmiche".  Bisogna onestamente ammettere che la moderna astronomia, dotata di attrezzature ottiche per l'osservazione spaziale, è relativamente giovane: essa ha pochi   secoli di età. Cosa vuol dire? Vuol dire che non abbiamo prove schiaccianti contro l'ipotesi che, negli ultimi millenni, oggetti medio-piccoli (dell'ordine di 10-100 metri)   siano precipitati sui pianeti rocciosi. Abbiamo inoltre assistito nel 1994 allo spettacolare schianto su Giove della cometa Shoemaker-Levi. Di conseguenza possiamo   ben trarre qualche timida conclusione ragionevole: esiste un piccolo margine di rischio impatto meteorico. Apophis potrebbe rappresentare uno di questi futuri eventi.  UN PUNTO DI VISTA DIFFERENTE DELLA QUESTIONE - Soffermiamoci invece su una diversa maniera di concepire l'intera faccenda. Per quale   motivo il nostro pianeta è potenzialmente esposto a questo genere di pericoli? Benchè potrebbe sembrare un argomentazione inutile, proviamo a fare qualche  valutazione comparando due prospettive peraltro divergenti fra loro: quella evoluzionista e quella non-evoluzionista.   Sappiamo che i pianeti si sarebbero formati dal collasso gravitazionale di materia facente parte di una nebulosa proto-planetaria. E ovviamente i planetesimali,   venendo attratti su specifici punti o nuclei di accrescimento, avrebbero dovuto generare forme sferoidali al raggiungimento di una determinata massa critica. Questo   è ciò che le teorie attuali prevedono a sommi capi. In sostanza, la forma sferica dovrebbe costituire la regola-base del collasso gravitazionale (magari con qualche   minima variazione della forma). In questo medesimo contesto teorico l'esistenza degli asteroidi viene generalmente definita come "frammenti residui" della materia   originale dalla quale si sono formati i pianeti, insomma spazzatura primordiale. Se dunque il collasso gravitazionale dovrebbe, di norma, produrre oggetti dalle forme   regolari, come è possibile che esistano tanti oggetti dalle forme irregolari, dotati di movimenti caotici e dalle masse disomogenee? Non appare come un   comportamento innaturale delle leggi che regolano la gravitazione? In realtà no: di per se fa parte della Natura.  Ed è proprio qui il problema, perchè la formazione dei pianeti non è affatto semplice (o semplicistica) come qualcuno potrebbe dedurre. Volendo rimanere in ambito   dell'evoluzione lenta, graduale e caotica, esistono molti più ostacoli ed imprevisti alla formazione di un pianeta di quanto si possa immaginare per cui avremmo più  probabilità che si formino asteroidi e pianeti nani piuttosto che pianeti rocciosi di medie e grandi dimensioni (a parte i corpi gassosi scoperti in moltissimi sistemi   planetari di altre stelle). In effetti, da un punto di vista numerico, nel nostro Sistema Solare abbiamo realmente solo pochi pianeti rispetto ai numerosissimi corpi   minori scoperti e catalogati. Collateralmente, viene intuitivo anche percepire quanto sia difficile che casualmente in natura e nello spazio vuoto (per giunta a bassissima densità atomica) si   riescano a mettere in orbite così regolari e calcolate tutte le particelle dalle quali nasceranno i pianeti (gassosi o rocciosi che si voglia). Persino i dati relativi ad   Apophis potrebbero offrirci un qualche spunto di riflessione: nel corso della storia dell'astronautica nessuna sonda è mai stata lanciata nello spazio e poi   abbandonata a sè, supponendo e sperando che poi avrebbe seguito percorsi e rotte regolari in modo "naturale" e casuale. Dunque la domanda è: meteoriti ed   asteroidi sono veramente solo es esclusivamente "immondizia" primordiale oppure sono il prodotto di qualcos'altro?  La nostra opinione in merito ai N,E.O. (e agli altri asteroidi e comete) verte sulla possibilità che non siano tutti solamente "spazzatura primordiale". Dunque, da dove   sarebbero scaturiti almeno una parte di questi frammenti spaziali? Proviamo allora a fare una stima di certe caratteristiche base:  1. la maggior parte degli asteroidi posseggono movimenti rotatori caotici  2. le loro orbite sono spesso irregolari, molto eccentriche e facilmente influenzabili da altri campi gravitazionali (e persino magnetici)  3. le loro masse non sono uniformemente distribuite su tutto il corpo roccioso e la loro densità è difforme  4. il loro aspetto è quasi sempre molto irregolare (insomma blocchi rocciosi vaganti nello spazio), raramente sferico o simile...  verrebbe da supporre che essi, nell'insieme, potrebbero aver avuto origine da corpi planetari precedentemente andati parzialmente o totalmente distrutti forse a   causa di eventi ad altissime energie. E probabilmente non è detto che siano tanto "antichi" quanto si crede, bensì abbastanza recenti. Al di là delle ipotesi su date e   datazioni abbiamo da affrontare una cruda realtà: il nostro Pianeta Terra e tutte le sue forme di vita, uomo compreso, esistono in un contesto potenzialmente   pericoloso, immersi in una specie di enorme "campo minato" spaziale. Ed è anche per questa ragione che molti non credono sia logico accettare l'idea che il nostro   Sistema Solare sia il prodotto di una qualche Intelligenza:  non sarebbe infatti segno di intelligenza creare la vita e collocarla in un campo minato.  Ma se è vero che sarebbe stato illogico (e poco amorevole) collocare la Terra e la Vita in un campo minato non dovrebbe automaticamente bloccare ed inibire il   nostro intendimento. Infatti potrebbe essere vero il contrario e cioè che probabilmente, quando la vita comparve sulla Terra (o fu creata, decidete voi...) non   esistevano pericolosi frammenti spaziali. Niente asteroidi minacciosi, niente sassi cosmici e niente rischi per la Terra. Dunque?  In tal caso si potrebbe ipotizzare (anche se non saremmo mai in grado di fornire alcuna prova convincente) che qualcosa di estremamente violento destabilizzò i   delicati equilibri del nostro sistema solare seminando distruzione e una miriade di detriti vaganti per lo spazio interplanetario. Molti di questi frammenti caddero sulla   Terra, sulla Luna (ammesso che esisteva già), su Marte (prima che diventasse quello che conosciamo oggi), su Venere e su Mercurio.   Altri frammenti migrarono verso l'esterno. Un certo numero d'essi rimase a orbitare tra Marte e Giove (probabili residui di un antico pianeta frantumato), molti   caddero verso il sole, altri vennero catturati dai pianeti esterni. E non sarebbe da scartare l'idea che persino nella fascia di Kuiper qualcosa di precedente venne ad   essere frantumato lasciano il posto a moltissimi detriti ghiacciati vaganti.  La differenza tra questa ipotesi e quelle tradizionali sta nella loro datazione cronologica e nelle cause fondamentali che li hanno originati. Per il resto non cambia poi   molto, perchè la realtà è che gli asteroidi esistono, non sono il parto di fantasie o invenzioni e a nulla servirebbe bisticciare su chi ha ragione o meno circa la loro   origine. Nel caso che un meteorite sventuratamente ci cadesse sopra la nostra casa o sopra la nostra vettura o altro (pare che ogni tanto qualche meteorite tocca   terra provocando piccoli danni) purtroppo ce lo dovremo tenere. Pensiamo all'evento di Tunguska: 60 metri di bolide che esplodendo in quota distrusse una bella   fetta di foresta siberiana! E se fosse esploso sui cieli di Mosca?  Cosa accadrà nel 2036 o giù di li? Una cosa è certa: quella data verrà e non si scappa. Di certo lo sapremo e lo vedremo...  AGGIORNAMENTO - Ci fa piacere constatare il fatto che questo articolo sia ancora linkato e letto attraverso numerosi Forum. Vorremmo però ricordare ai Lettori di   mantenere sempre l'equilibrio nel valutare informazioni riguardanti ipotetici eventi catastrofici. Due modi di comportarsi generalmente portano al disastro: il troppo   allarmismo e il troppo disinteresse.